Bassa

Radio Kiev: «Se l'Europa è divisa, la guerra sarà più lunga»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana: ogni sera si collega con amici che vivono sotto gli attacchi dei soldati russi
A Kashira, città russa, un murale ritrae il presidente Putin -  Ansa © www.giornaledibrescia.it
A Kashira, città russa, un murale ritrae il presidente Putin - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava, quando finirà la guerra?ì «Direi che durerà almeno fino a ottobre, a meno che succeda qualcosa di imprevisto. La prima fase di credere alla guerra lampo è subito caduta. E la seconda fase è impantanata. L'Occidente ha compreso il pericolo russo; però indebolire nel profondo Putin non è una cosa semplice e veloce, a meno, ripeto, di imprevisti. 

L'Occidente ha capito che la Russia primo o poi esploderà e allora è come la cura di un dente, meglio aspettare che sia il momento giusto per strapparlo. L'economia russa può crollare, ma la Russia è abituata a sopravvivere. Nella sfida delle sanzioni, scrivono i giornali russi che io leggo ogni giorno, l'Europa cadrà prima della Russia. E se l'Europa sarà divisa, allora la guerra sarà ancora più lunga. Nel 2014, quando la Crimea è stata occupata, le sanzioni non hanno fatto niente. 

L'esercito russo avanza verso Zaphorhizia e Nikolaiev, oggi hanno spinto forte anche in Donbass, verso Kharkhiv. Situazione imprevedibile in Trasnistria e in Moldova. A Mariupol sventola la bandiera della crudeltà di Putin. E se gli ucraini vogliono uscire non possono uscire, verrebbero eliminati. Nel resto dell'Ucraina la guerra è affidata al lancio di missili per distruggere ferrovie, distributori di elettricità, gasdotti e acquedotti.

Dove i russi non sono arrivati, si continua a lavorare, a frequentare le scuole, a curare negli ospedali. I russi dove arrivano rubano di tutto. Nella regione di Zhaporhizia hanno rubato un trattore Jonh Deer di un milione di euro. Rubano, uccidono e violentano. Ogni giorno si leggono tanti casi, non ho voglia di leggere questo male, non mi sento bene. Oggi a Kherson, in Donbass, città occupata dove vogliono proclamare una Repubblica libera, dicono loro, un gruppo di persone civili sono uscite con le bandiere ucraine, sono state attaccate, molte uccise, tanti feriti. Inimmaginabile. La Carta di Ginevra per rendere meno disumana è stracciata ad ogni ora del giorno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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