Radio Kiev: «Pensate se al posto di Vinnytsia ci fosse stata Brescia»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
È accaduto quanto temeva. Slava ci aveva allertato: «Dopo la sconfitta a Kherson, i russi si vendicheranno sui civili. Non sono passate 24 ore e i missili, quei pochi missili di precisione dell'esercito russo, hanno colpito questa mattina alle 11 un centro commerciale e con dentro un centro medico, le vittime sono molte, morti donne e bambini. Una madre e un figlioletto stavamo attraversando la strada. Di loro non si trova che un pezzo di corpo. È una tragedia nella tragedia. Un conto è fare la guerra tra chi fa la guerra e un altro conto è dare la caccia ai civili, a donne e bambini.
Non c'è bisogno di fare un altro processo di Norimberga, il mondo può vedere le immagini di queste ore e processare Putin, se il mondo vuole, altrimenti vuol dire che ci si volta da un'altra parte!».
Questa sera, Slava non ha la forza di aggiungere altro e chiama la moglie e la madre per ascoltare da loro la voce del dolore e della speranza. Sono in Ucraina e quei missili sono passati sulle loro testa prima di raggiungere Vinnytsia, una città di 350mila abitanti. Conclude Slava: «La conosco bene Vinnytsia, ci sono stato più di una volta si trova a 150 km da Kiev. Il posto colpito è come dentro una piazza, la città è una volta e mezza Brescia. Voi pensate a piazza Loggia: ecco, hanno colpito con una bomba del terrore, piazza Loggia come la piazza di Vinnytsia».
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