Radio Kiev: «La vita va avanti anche nella tragedia»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Ucraina, la guerra non porta alcuna novità positiva, però, dice il nostro Slava sono state date nuove macchine lancia missili: «Sono molto precisi e nel raggio di settanta chilometri sbagliano al massimo intorno a tre metri. Mentre la strumentazione russa è vecchia e per colpire usano una quantità di missili molto estesa con scarsa probabilità di successo. All'inizio gli americani ci hanno dato quattro macchine, quando hanno verificato che le abbiamo usate con precisione, allora hanno aggiunto nuovi lancia missili. Per caricare servono quattro minuti, lanci e ti sposti. Mentre i russi caricano a mano e servono 45 minuti, su questo tipo di scontro siamo molto avanti.
La nostra intelligence aggiunge altra precisione. I russi dicono che non è giusto e così via, e non ricordano cosa combinano loro nei confronti delle case dei nostri civili. Il presidente Zelenski ha dato l'ordine di spingere al massimo a sud, di rioccupare le aree perse e credo che nel giro di un paio di settimane ce la potremmo fare. La vita va avanti anche nella tragedia. La temperatura è calata e piove un poco dappertutto. Il mio amico Constantin è tornato a Kiev da Dnipro e dice che tutto sembra sotto controllo».
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