Bassa

Radio Kiev, «La strategia diplomatica di Putin è preoccupante»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in Ucraina
Putin durante la parata del 9 maggio - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Putin durante la parata del 9 maggio - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

«Slava ci chiama e ci dice di essere preoccupato per la nuova strategia diplomatica messa in campo da Putin, quella strategia separata usata anche durante la seconda guerra mondiale, tratta singolarmente con nazione e nazione, cura l'attenzione di Macron, cerca di mettere in difficoltà l'occidente europeo con la minaccia di chiudere i rubinetti del gas e del petrolio, illude su una trattativa che non ha basi per decollare.

Putin può giocarla come crede, ma l'Ucraina non si arrenderà mai. Gli inglesi e gli americani ci daranno una mano e per il resto ognuno faccia secondo volontà della propria nazione. Noi soltanto cerchiamo di avvertire che è toccato a noi e se non viene fermato Putin non si fermerà. Alcune Stati sono già spaventati, l'Ungheria non è con noi, la Romania barcolla, della Bielorussia sappiamo bene. Adesso, la richiesta della Finlandia di entrare in Europa ha mandato Putin su tutte le furie. Il quadro politico-diplomatico è complicato e quello degli eserciti in guerra ripete l'andamento del giorno prima. In ogni caso, molti blitz vengono compiuti con successo da truppe speciali nostre».

I soldati ucraini si muovono con due strategie, una di guerra, quella conosciuta bene in queste settimane e un'altra da guerriglia, quella specie di mordi e fuggi dentro i confini ucraini e forse anche in quelli russi. Non hanno un nome gli autori di tanti incendi a pochi chilometri dal confine, dentro il territorio russo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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