Bassa

Radio Kiev. «La guerra è morte ma per qualcuno anche un affare»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono sotto gli attacchi russi
Una bomba russa inesplosa - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Una bomba russa inesplosa - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Il nostro corrispondente ucraino Slava ha un umore alternante: «Di nuovo mia madre ha parlato con mia zia Valentina che abita a Kharhiv al quinto piano di un condominio. Dopo tre settimane tranquille è tornata la guerra in città. È riuscita a fare la spesa in un supermercato, è tornata a casa e un minuto dopo ha sentito un'esplosione causata da un missile e la casa tremava come con un terremoto.

Penso a mia moglie Natascia, vicino a Dnipro, e capisco bene cosa significa la guerra concretamente. I bombardamenti sono eseguiti anche per terrorizzare la popolazione.

Il nostro portavoce sostiene che qualcosa sta accadendo a Kherson, stiamo avanzando e siamo molto vicini alla città. Ma nello stesso tempo la situazione è molto più critica a Severodonetsk. Si capisce che le truppe russe e ucraine sono esaurite, sono in guerra dal 24 febbraio e hanno la necessità di avere cambi e di riposare. Dominano sul campo di guerra i mercenari. I siriani dicono che la guerra in Siria era una passeggiata rispetto alla guerra in Ucraina. 

Fonti russe di opposizione hanno dato una statistica: il 45% delle truppe russe è formato da soldati dai 18 ai 25 anni e per riempire le fila dell'esercito vengono accettati anche coloro che hanno più di sessanta anni, a un anno di guerra corrispondono tre anni di pensione.

I mercenari prendono circa 300 mila rubli nel momento in cui accettano e firmano il contratto, l'equivalente di circa 5.300 mila, più euro 4mila euro al mese. Con questi soldi molte persone che vivono nelle lontane province della Russia accettano e rinforzano le fila dell'esercito. Il 48% dei mercenari hanno mediamente 50 anni. La guerra è la morte e per qualcuno diventa un affare, una via di fuga da una vita difficile»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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