Bassa

Radio Kiev: «In Ucraina adesso è guerra di posizione»

Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona
Un soldato in Luhansk - Foto Ansa/Epa/Sergei Ilnitsky © www.giornaledibrescia.it
Un soldato in Luhansk - Foto Ansa/Epa/Sergei Ilnitsky © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

«I nostri esperti di guerra dicono che adesso è una guerra di posizione, i morti sono tanti da entrambe le parti, la stanchezza della guerra si sente, anche dai cittadini ucraini. La gente desidera un poco di normalità. Nella capitale, mi dice il mio amico, sono aperti bar e ristoranti e qualcosa di meno peggio si ascolta nelle strade e nelle case.

Ogni giorno dicono che muoiono cento persone e forse i russi perdono di più nel tentativo di avanzare. Artiglieria russa è in un rapporto di uno a venti. Adesso è arrivata artiglieria dall'Occidente, quella più importante si chiama M777, da noi si definisce anche tre machete, tre asce per rompere la legna, è più importante perché è più precisa, può colpire a venti chilometri e anche di più e si può raggiungere l'artiglieria russa. La nostra scuola di artiglieria, anche ai tempi dell'Unione Sovietica, era ritenuta la più abile e quindi i russi patiscono molto queste novità nell'artiglieria ucraina.

Aspettiamo i lanciarazzi da 60 chilometri e allora possiamo fermare i mezzi che portano i soldati russi e dove fanno i magazzini fino a 40 chilometri di distanza. Così si può vincere la guerra, almeno fermare. Spostamenti dei nemici ci sono, ma vanno avanti e indietro. In Donbass cercano di avanzare ma in un mese non più di dieci chilometri. 

I miei amici lavorano anche il sabato, almeno mezza giornata e se c'è bisogno ci si impegna di più. Io lavoravo tutto il sabato e quando sono arrivato in Italia che vedevo la chiusura dei negozi dal sabato sera al lunedì, non mi sembrava vero. Mia madre non ha la patente e non si accorge che la benzina ha un costo altissimo, ma una volta al mercato capisce che ci vogliono molti più soldi per arrivare a fine mese».

 

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