Bassa

Radio Kiev: «I soldati ucraini tratti in salvo dall'acciaieria Azovstal»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in Ucraina
Soldati ucraina aiutano un'anziana donna - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Soldati ucraina aiutano un'anziana donna - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava, dopo molto tempo, registra qualche notizia buona dall'Ucraina: «53 soldati molto gravi, sono stati liberati dopo una lunga resistenza nei sotterranei dell'acciaieria di Azovstal a Mariupol e altri 211 soldati e civili non gravi sono stati affidati alla protezione della Croce Rossa e delle truppe di interposizione dell'Onu. Si sono diretti verso l'ospedale di Novoazovsk per essere curati. Non è una improvvisa pietà dei russi, di sicuro dev'esserci stato uno scambio di prigionieri. In ogni caso non era mai accaduto prima, anzi, fino a qualche ora fa, gli ordini erano di sterminare tutti i soldati resistenti a Mariupol. 

Ora in Ucraina sono preoccupati perché dalla Duma, il parlamento russo, per quel che conta, ovviamente, ma qualcosa conta e se i deputati russi hanno dichiarato certe cose è segno che lo potevano dire o sono stati suggeriti per affermarle, si è raccomandato di non fare questi scambi e di non avere nessuna pietà nei confronti dei soldati di Azovstal.

Due linee sembra si configurino nella guerra in Ucraina, da una parte i duri del regime, coloro che vogliono di mostrare di essere più "putiniani" di Putin e l'altra corrente che invece tende ad abbassare il livello del fuoco, di frenare i movimenti della guerra. E' il classico scontro tra i falchi e le colombe, da sempre, in ogni contesto, in ogni fase storica. Potete capire bene da che parte ognuno di noi stia affinché arrivi, il più presto possibile, uno straccio di tregua, se non la pace che consenta a tutti di alzare la testa al cielo, di respirare, di vivere senza l'incubo di morire prima della sera.»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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