Bassa

Radio Kiev: «I russi magari vincono sul campo e poi muoiono di sete»

Un ponte tra l'Italia e l'Ucraina dove è nato e cresciuto: Slava ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in guerra
Una desolante immagine da Kramatorsk, città del Donetsk - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Una desolante immagine da Kramatorsk, città del Donetsk - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Il "nostro" Slava non conosce i soldati della prima linea, ma attraverso le sue fonti riesce a essere come lì e oggi ha ascoltato un opinionista che è finito per andare a combattere in prima linea. Slava riferisce quanto accade in prima linea: «I russi sono molto più numerosi, un'artiglieria più forte e molti più droni. Il soldato ucraino opinionista ha detto che è inutile mandare uomini che non sono preparati, creano soltanto problemi. Adesso non ci sono più soldati ucraini impreparati. Serve almeno la preparazione di un mese prima di combattere. I nostri adesso sono tutti addestrati. Chi crea problemi sono quelli, pochi o tanti, che dovrebbero combattere e invece si mettono a piangere, a lamentarsi. 

Ci spiega che adesso va difesa ad ogni costo la regione di Donetsk e a quel punto è preso il Donbass e Putin può dichiarare di aver raggiunto lo scopo numero uno e a quel punto spingerà avanti anche la Bielorussia. Speriamo di fermarli, altrimenti Putin applicherà la sua teoria di un ritorno, non come capo sovietico, ma come zar. Lui prega per lo zar Nicola secondo e per Stalin non come capo sovietico, ma come vincitore contro i nazisti.

Io non riesco a capire come sopravvivano sul campo di battaglia, le temperature si sono alzate a quasi 40 gradi e le città conquistate come Mariupol e Donetsk non hanno acqua. Condizioni di vita terribili. I russi magari vincono sul campo e muoiono di sete».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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