Bassa

Radio Kiev: «Festeggiare l'indipendenza, a sei mesi dall'inizio della guerra»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in Ucraina
Due ragazzi si baciano accanto al Treno della Vittoria in ucraina - Foto Ansa/Epa/Sergey Dolzhenko © www.giornaledibrescia.it
Due ragazzi si baciano accanto al Treno della Vittoria in ucraina - Foto Ansa/Epa/Sergey Dolzhenko © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

«Oggi è il giorno della Bandiera e domani è il giorno dell'Indipendenza», dice il nostro Salva corrispondente sulla guerra in Ucraina.

Ci tiene a sottolineare l'anniversario, accade a sei mesi esatti dall'inizio dell'invasione del 24 febbraio e quindi raccoglie tanti significati, compreso il pericolo di un attacco su larga scala da parte di Putin per rovinare la festa: «Sono stati lanciati alcuni missili su Dnipro. Molto si parla dei funerali della figlia del propagandista Dugin su cui gli ucraini non hanno alcuna colpa. I vertici dei nostri servizi segreti dichiarano false le fotografie russe e non c'è una donna che appartenga al battaglione Azov come dichiarano i russi, condannando gli appartenenti a quelle truppe.

Gli ucraini festeggiano con semplicità i giorni della Bandiera e dell'Indipendenza. Gli anni passati c'era una parata militare a Kiev, quella che avrebbe sognato Putin dopo tre giorni dall'invasione. Con ironia i nostri militari hanno mostrato i carri armati russi catturati. 

I miei amici da Kiev, Odessa e Dnipro raccontano di essere tutti più attenti e però sentono la festa dell'Indipendenza, ripetono che non si fermeranno fino alla cacciata dei russi fuori dalla Ucraina. Che via altra può esserci? Perché mai dovremmo rinunciare a una parte della nostra terra?».

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