Bassa

Radio Kiev: «Contrattacco in atto nel Donbass»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi ucraini
Mariupol, i russi rimuovono il cartello con la scritta in ucraino i posizionano quella in russo - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Mariupol, i russi rimuovono il cartello con la scritta in ucraino i posizionano quella in russo - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Il 9 maggio, giorno della festa della liberazione in cui Putin annuncerà la vittoria e azioni conseguenti riguardo alla guerra contro l'Ucraina, è atteso dal mondo. Putin parlerà di tregua, di trattativa o rilancerà l'attacco? Slava, il nostro «corrispondente» quotidiano sulle vicende della sua terra martoriata non si fa illusioni: «Putin griderà vittoria e dichiarerà l'annessione del Donbass e di alcune terre del sud. Di conseguenza se attaccherai quelle terre attaccherai la Russia e la guerra diventerà europea e anche di più».

A Mariupol, aggiunge Slava, sono entrate le truppe speciali, ma non sono ancora riuscite a sconfiggere gli ucraini sistemati nelle gallerie dell'acciaieria. A me hanno detto che i russi sono stati respinti.

Due ore fa, il capo delle forze armate ucraine ha detto che l'esercito è passato al contrattacco e i civili riescono soltanto con la protezione stretta da parte della Croce Rossa e dell'Onu a raggiungere la salvezza a Zhaphorizhia.

«Due ore fa, il capo delle forze armate ucraine - dice Slava - ha dichiarato che è in atto un contrattacco nel Donbass e a Kharkhov. Le armi dell'Occidente devono essere più numerose, altrimenti non sarà tanto semplice resistere allo stesso modo con cui si è resistito. 

In generale, per il resto non è cambiato nulla, i russi spingono, noi ci difendiamo. Colpito un ponte grande a Dnipro; ho visto il video, il ponte colpito e non distrutto. Dal ponte si può transitare. Non posso dare notizie più precise per questioni di sicurezza.

A Dnipro, la sorella di mia moglie Natascia, che lavora in un centro commerciale grande quanto quello di Roncadelle, racconta che la situazione è migliorata visto che si può entrare nei negozi che non sono più protetti da sacchi di sabbia fino al tetto come qualche settimana fa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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