Radio Kiev: «Con Putin non si può trattare, ora l'Occidente lo sa»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Il nostro Slava aveva previsto quanto è accaduto: la Bielorussia, in modo ambiguo, è a fianco della Russia, consentendo il lancio dei missili dalla sua terra. «Sono missili imprecisi ma sono molto potenti, molto distruttivi. Sono stati lanciati 51 missili di questo tipo l'altro ieri e oggi nuovi missili hanno colpito Kiev.
Putin ha ordinato di colpire la capitale per risposta all'invio dei missili americani e inglesi, per terrorizzare la popolazione e forse anche per dare un segnale alla riunione del G7 in Germania. Putin spinge perché il presidente Lukascenko entri in guerra per avere un alleato e non rimanere isolato e spingere con più forza.
Lo scopo fondamentale dell'esercito ucraino rimane quello di fermare l'avanzata. Putin va fermato adesso, altrimenti il fronte della guerra si allargherà a tutta l'Europa.
Oggi ho parlato con il mio amico di Dnipro, esprimevo i miei timori e lui mi ha risposto di rimanere tranquillo e che la vittoria è possibile.
L'Occidente poi si sta convincendo che non si può trattare con Putin se prima non si riportano le cose a prima del 24 febbraio. Il presidente Draghi è il leader più autorevole dell'Europa, molto deciso e ascoltato. Tutti noi gliene siamo grati».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato