Radio Kiev: «C'è una tendenza al ritorno in Ucraina dei profughi»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
La nostra radio va letta, non presunta. Premetto questo perché oggi sono stato in Valsabbia e un mio caro amico mi ha detto: «Bene, Radio Kiev, ma sarebbe bello ascoltare degli aneddoti...». Gli ho raccontato cinque fatterelli passati come notizie nuove, ha esultato e invece erano già state scritte su Radio Kiev. In sostanza, la questione di Radio Kiev come di qualsiasi strumento di comunicazione richiede una lettura, altrimenti si legge il titolo e non la tragedia e ogni tanto la gioia del ritorno, come leggerete adesso.
Slava parla di prezzi, di servizi, di persone, di amici, di parenti, di vivi e di morti, di affitti e di fughe e di ritorni. Oggi, Slava parla di sua moglie che parte tra qualche giorno in Ucraina: «Andrà nei pressi di Dnipro, a trovare i parenti. Partirà con un autobus, probabilmente verso i confini tra Polonia e Ucraina. C'è anche un viaggio diretto su Leopoli, 24 ore. Quindi da Leopoli a Dnipro in treno. Potrebbe essere la migliore soluzione. Mia madre mi ha raccontato che ieri sera gli aerei russi sono passati qualche metro sulle loro teste. I servizi funzionano, internet funziona. Il coraggio e l'umore sono alti».
Diciamo a Slava che la signora Ivana, operatrice in una casa della pianura bresciana, parte domani per Kiev dove vivono i suoi cari. Torna in patria, desidera essere vicina al padre e alla madre in questo momento molto difficile.
Slava conferma la tendenza del ritorno: «Conosco molte persone ucraine che stanno tornando, a Kiev, a Leopoli, a Odessa. Sentono la fase molto delicata della guerra e chi non è riuscito ad avere qui un posto di lavoro, non vuole approfittare della solidarietà, della gratuità e torna ad aiutare in Ucraina. E' un esempio di amore di grande umanità verso la famiglia e verso la patria».
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