Radio Kiev: «Bombardato il porto di Odessa un giorno dopo l'accordo sul grano»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Uno dei tanti fine settimana di questa guerra tanto inattesa quanto andata avanti oltre ogni tempo considerato. Eppure il nostro Slava aveva predetto l'invasione, certo di un'aggressione russa, certo, anche oggi, di una guerra risolvibile soltanto sul terreno, chi vince e chi perde, le trattative dopo la vittoria o la sconfitta sul campo di battaglia. Più o meno, è il ventesimo fine settimana di un conflitto che ci avevi pronosticato, purtroppo, e su tempi incredibilmente lunghi. Quando finirà questa guerra, Slava?
«In autunno non finisce di sicuro. Forse a dicembre. I russi non si fermano finché c'é Putin e noi non possiamo fermarci. Ieri non pensavo potessero fermarsi, ma adesso i russi si sono indeboliti, non erano preparati per una guerra così lunga. Infatti la chiamarono "operazione speciale" anche per la convinzione che fosse breve. Adesso non hanno la forza di andare avanti e per noi, arrendersi, significa morire.
Oggi hanno bombardato il porto di Odessa e soltanto un giorno dopo aver firmato l'accordo sul grano. I nostri hanno colpito il ponte Antonov e i russi sono tagliati fuori, sono dentro una morsa. Non abbiamo fretta, non possiamo perdere uomini e armi. Noi spingiamo e vogliamo la resa. Ieri i russi hanno chiesto un corridoio per uscire dalla morsa. Sono circondati da tre quarti di punti. Ripeto quello che vi dico da mesi, tutto finisce sul campo di battaglia, se riusciamo a sconfiggere i russi sulla nostra terra, allora Putin viene messo in crisi all'interno di una Russia messa in crisi.
Abbiamo già scritto che chi è favorevole alla guerra sono gli anziani. Ho ascoltato diverse fonti di informazioni definire questa guerra, la "guerra dei vecchietti", sostenuta cioè dalle generazioni passate. I giovani non ne vogliono sapere. Putin sarà sconfitto dai suoi giovani, sarà battuto dal futuro».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato