Radio Kiev: «A Mariupol non si entra e da Mariupol non si esce»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Slava, oggi, ti diciamo quello che conosci, ti parliamo di un piccolo funerale organizzato da poche persone con il coraggio di pregare e di accompagnare chissà dove il proprio defunto: «Avete un'idea di cosa sia Mariupol, oggi? Una città dove ci sono migliaia di morti, molti sepolti sulla porta di casa con su scritto, "Mamma e figlio" e una croce di legno piantata. Neppure i nomi: mamma e figlio e basta. Qualcuno seppellisce nell'orto e nel giardino piccolo, ma la maggior parte rimane in terra, sul campo di battaglia. I soldati russi morti sono lasciati lì, Putin non vuole che tornino a casa, ha paura del dolore delle madri, di una rivolta interna. Le lacrime delle madri sono forti come un bazooka».
Quel piccolo funerale ricorda, spieghiamo a Slava, il funeralino del piccolo morto, del "Murtì" descritto dal nostro poeta dialettale, il grande Angelo Canossi, anni Cinquanta: quattro anime, una croce in mano a un chierichetto, preghiere dettate dal pensiero.
Slava ripete che i morti rimangono dove sono morti e spiega che Irina, un nome di generosità conosciuta da tutti in Ucraina, riferimento di un'associazione per aiutare anche a seppellire, riceve il niet dei russi per portare via i defunti. A Mariupol non si entra e da Mariupol non si esce. Questa sarebbe già da sola la causa di una seconda Norimberga.
Slava, infine, porta la notizia più dura:«Anche la cremazione nei forni tradizionali non basta più. Molti morti vengono portati nelle fabbriche in cui si lavora il metallo e li scompaiono tra le fiamme. Noi resistiamo, i miei amici rispondono con carattere forte e non fanno un passo indietro, ma senza le armi dell'Occidente non riusciamo, non possiamo opporci all'esercito russo con le mani nude».
La strategia di Putin mira a occupare il Donbass e qualche terra del sud Ucraina, spiega Slava, dopo forse si fermerà e tratterà, inventandosi un referendum truccato in cui tutti gridano viva la Russia.
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