Quello strano volo di un cargo militare da Ramstein a Ghedi via Atlantico: l'ombra delle atomiche
Le nuove bombe nucleari B61-12 potrebbero essere arrivate tre giorni fa all'aerobase di Ghedi. Se il condizionale è d'obbligo, a indurre un legittimo sospetto sul punto è un fatto piuttosto anomalo, puntualmente intercettato da un sito specializzato in monitoraggio di voli militari, Itamilradar.com.
Si tratta di un volo cargo dalla base Nato di Ramstein, in Germania, a quella bresciana di Ghedi.
5.500 chilometri invece di 500
Di per sé nulla di straordinario, visto che servono cargo a garantire approvvigionamenti al personale Usaf di stanza a Ghedi. Non fosse che invece di limitarsi a transitare sui cieli del Vecchio Continente, il C-17A Globemaster del 62nd Airlift Wing che ha collegato i due aeroporti militari ha compiuto un ampio giro passando su Inghilterra, oceano Atlantico al largo delle coste di Irlanda, Francia, Spagna e Portogallo, per poi rientrare sul Mediterraneo dallo stretto di Gibilterra, puntare sempre sopra l'acqua e sorvolando il meno possibile zone di terra, fino alla Sardegna e al Tirreno settentrionale. Da ultimo ha raggiunto Ghedi via Emilia Romagna. Per capirci, invece di un volo da meno di 500 km, ha descritto un giro enorme da 5.540 km, metro più, metro meno.
Sicurezza e accordi
Un giro imposto, verrebbe da pensare, da specifiche esigenze, ad esempio di diritto internazionale o di sicurezza.
La base in UK
A giustificare invece il transito sui cieli del Regno Unito potrebbe essere un'esigenza operativa, quella di un eventuale rifornimento. Ma pure la disponibilità di un «alternato», una base su cui fare appoggio in caso di necessità, nella fattispecie quella di Lakenheath, base della Raf ma anche base Nato nel novero di quelle indicate dalla Fas, la Federation of American Scientists, tra le basi dotate di strutture atte a contenere ordigni atomici. La rotta di volo cristallizzata da Itamilradar transita proprio dalle parti dell'aeroporto britannico.
Il reparto del cargo
Ad avvalorare l'ipotesi che il cargo che ha descritto questo ampio giro portasse nel ventre un carico atomico, sta un altro fatto: il Pentagono proprio lo scorso 1° novembre (qui l'atto) ha indicato che il 62nd Airlift Wing, reparto basato a Lewis-McChord, nello Stato di Washington, vicino a Seattle, è il solo deputato al trasporto in Europa degli ordigni nucleari B61-12, vale a dire l'armamento atomico di ultima generazione per il cui impiego sono predisposti tanto i Tornado italiani, quanto e soprattutto gli F35, vale a dire i caccia multiruolo che il nostro Paese sta introducendo in linea e che stanno sostituendo a Ghedi gli stessi Tornado (i primi tre sono già stati consegnati e operano fra la Bassa bresciana e la base di Amendola, in Puglia, dove vengono formati i piloti al nuovo velivolo).
A Ghedi e ad Aviano
Non è la prima volta che un C17A del 62nd Airlift Wing viene avvistato a Ghedi (alcuni video disponibili in rete, per dire, sono dello scorso ottobre), ma il periodo in cui è avvenuto il volo in questo caso si offre come un ulteriore elemento a suffragio dell'ipotesi che potesse trasportare armi atomiche. Mentre sull'Europa imperversano i venti di guerra, più voci riprese anche dalla testata americana Politico, avevano parlato di un possibile anticipo della consegna delle nuove atomiche agli alleati Nato in Europa. Voci poi smentite: il programma di aggiornamento di testate e ordigni con la sostituzione delle obsolete B61-3 e B61-4 con le più efficienti e precise B61-12 era e restava tarato sul primo semestre 2023. Una scadenza nella quale ben si collocherebbe la presunta consegna del C-17 Usaf di questo mercoledì.
In più, alcuni dei siti di tracciamento dei voli, come Planefinder.net attestano che il volo è durato molto più di un'ora come riportato da alcuni siti, vale a dire oltre sette ore: il decollo avviene poco prima delle 8 di mattina da Ramstein per concludersi a Ghedi attorno alle 15.30 (ora Z o «zulu», come in termini militari viene indicata l'ora del meridiano di Greenwich: quindi considerati fuso orario e ora solare vigente in Italia, le 17.30 circa ora locale). L'aereo poi non si ferma nella base dei Diavoli Rossi, ma prosegue per Aviano: ridecolla attorno alle 18 (le 20 per noi) e atterra nella principale base Nato italiana mezz'ora più tardi. Il lasso di tempo intercorso tra l'atterraggio e il decollo è piuttosto contenuto per un trasbordo di materiale molto delicato. Questo potrebbe far pensare ad una «prova generale», una simulazione in vista di successive consegne.
Veniva dagli Usa
Da non trascurare, tuttavia, è la provenienza dell'aereo. Sempre secondo i siti di tracciamento dei voli, il C17A (velivolo con marche identificative militari 09-9210, schedulato come volo RCH4554) era decollato dagli Stati Uniti il 16 aprile. Ma il tracciamento è disponibile solo dal 17 aprile, dal momento in cui lascia cioè lo spazio aereo americano per la trasvolata atlantica e l'arrivo in Germania, a Ramstein. Da quale base sia decollato negli Usa non è dato sapere. La pagina web dedicata al singolo volo risulta non accessibile.
Impensabile ovviamente avere conferme di sorta dalle autorità di Aeronautica Militare, del Ministero della Difesa o della stessa Nato, stante il livello di segretezza militare che sussiste sull'intera partita delle armi atomiche. Di certo gli elementi che rendono quantomeno non oziosa l'ipotesi sono parecchie. Se invece di un trasferimento effettivo di armamento atomico si sia trattato di una esercitazione alla ridislocazione di ordigni atomici è altrettanto impossibile a dirsi. Certo è che, quantomeno nel periodo per il quale sono accessibili dati di rotte percorse dai cargo del medesimo reparto, non si ha evidenza di voli così a largo raggio per il collegamento di due aeroporti relativamente vicini del Vecchio Continente come Ramstein e Ghedi, che abbia imposto la decuplicazione delle miglia volate.
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