Profughi, l'Enac «apre» la Serini
Nulla osta. Almeno per quanto attiene i cieli monteclarensi e il sedime aeroportuale del D’Annunzio. Voli e scalo aereo non rappresentano un ostacolo alla apertura di un centro di prima accoglienza per profughi. Una vera e propria doccia gelata quella che Enac ha riservato alla delegazione di amministratori del Comune di Montichiari che a Roma sperava di trovare una soluzione per evitare l’arrivo di profughi nell’ex caserma Serini.
La vecchia base missilistica – per il sindaco Mario Fraccaro e la sua giunta – trovandosi proprio a ridosso dell’aeroporto D’Annunzio non avrebbe consentito, Piano di rischio aeroportuale alla mano, l’attivazione di quello che tra quanti, cittadini e forze politiche, si oppongono, viene chiamato campo di concentramento per profughi.
L’amministrazione monteclarense può dire di averle tentate tutte, ma l’ex caserma sembra destinata a brevissimo ad accogliere quei 130 migranti annunciati e confermati anche nelle scorse ore nel numero da Viminale e Prefettura.
Tanto più in queste ore, in cui il ministro dell’Interno, Marco Minniti, dopo la rivolta scoppiata nel cpa di Cona, a Venezia, ha ribadito la volontà di evitare strutture dai grandi numeri, favorendo la creazione di centri più piccoli e diffusi. Il caso di Montichiari sembra inserirsi perfettamente in questo disegno. Con buona pace di chi vorrebbe che l’ex base missilistica restasse soltanto tale.
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