Polmonite, la causa certa ancora non c'è
Legionella, il batterio. Torri di raffreddamento, le principali indiziate. Ma sulle cause esatte dell’epidemia di polmonite l'incognita è ancora - paradosso dei paradossi - la sola certezza. Il tema è tornato centrale a Remedello durante un Consiglio comunale aperto nel quale è intervenuto il dottore Fabrizio Speziani, direttore sanitario di Ats Brescia che ha spiegato di aver chiesto a sette Comuni della Bassa un’ulteriore mappatura delle torri. «Vogliamo capire – ha detto – se ci sono torri che non abbiamo ancora visionato».
In sala civica, molti erano i cittadini in cerca di risposte. Tra di loro anche i familiari di chi è deceduto. Stando ai dati ad oggi disponibili, Remedello e Acquafredda sono i Comuni in cui si è riscontrata la più alta percentuale di positività alla legionella, con il 20% dei casi. Nel dettaglio, su 20 remedellesi che si sono rivolti al Pronto soccorso con i sintomi della polmonite (l’ultimo dei quali risale al 14 settembre), 4 sono risultati positivi al batterio. Il microrganismo, intanto, è sotto la lente dell’Istituto superiore di sanità, che ora chiede all’Ats di consegnargli più campioni.
Tra le domande inoltrate dai cittadini al Comune, anche quella relativa alla connessione tra epidemia e fanghi di depurazione, problema collegato più all’inquinamento delle falde che non all’epidemia.
In sala anche l’ex sindaco del Paese, Francesca Ceruti, oggi consigliere regionale, membro della commissione ambiente, che ha assicurato l’impegno della Regione per arrivare alla radice del problema e capire qual è stato il problema.
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