Parabrezza distrutti dalla grandine ma non reperibili: a Calvisano l'incubo delle multe
Il Codice della strada parla chiaro: «Vietata la circolazione dei mezzi con parabrezza rotto o scheggiato» si legge all’articolo 79. Lo stesso vale per i finestrini laterali e il lunotto posteriore. Qualcuno, però, chiede una deroga, uno «strappo» alla regola. L'appello arrivato al Giornale di Brescia arriva da una lettrice di Calvisano: «Data la straordinarietà dell’evento, non è possibile concedere una deroga?» si chiede.
In effetti la problematica riscontrata in prima persona dopo il grave maltempo di settimana scorsa, nonché di prima necessità («Se devo tenere l’auto ferma, come arrivo al lavoro?»), coinvolge parecchi cittadini della zona, tutti rei (loro malgrado) di aver lasciato le vetture alle intemperie lunedì scorso, trovandole al risveglio flagellate dalla mitragliata di grandine. Il risultato? Vetri rovinati o, peggio, completamente disintegrati, tenuti insieme alla bell’e meglio con cellophane e scotch. «Non è facile ripararli – incalza la donna –: ci sono code chilometriche per entrare nei vari punti deputati alla sostituzione. E detto che molti di questi sono pure prossimi alla chiusura per le ferie, non è comunque sufficiente aggiungere il proprio preventivo alle migliaia di conducenti che mi hanno preceduto nei giorni scorsi: bisogna ovviamente attendere i pezzi di ricambio, oggi praticamente introvabili. Nel mentre, però, che faccio?».
Presentata quindi la situazione certo eccezionale e affatto di poco conto, ci si divide: chi segue in modo pedissequo la norma e tiene il motore spento (è il caso della donna di cui sopra) e chi al contrario sfida l’eventualità d’incorrere in una multa di 180 euro (o più, in autostrada) da parte delle forze dell’ordine qualora l’infrazione venisse rilevata, viaggiando oltretutto con una visibilità scarsa e mettendo così a rischio la propria sicurezza e quella di chi condivide la carreggiata. «Possibile che nessuno abbia sollevato il tema?» si chiede la calvisanese, che auspica che gli enti preposti «analizzino la circostanze del momento e vengano incontro all’esigenza straordinaria degli automobilisti».
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