Bassa

Padernello: una cura per il Ponte Poesia

La Fondazione Nymphe sta restaurando l'opera di Giuliano Mauri con il legno di castagno recuperato in Piemonte.
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Sono bastati cinque anni di umidità, nebbie e calura estiva per minare la bellezza del ponte San Vigilio che lo scultore di fama internazionale Giuliano Mauri ha progettato e costruito a Padernello. L'opera vegetale, finita nel 2008, ha già bisogno di restauro.
Il colpo di grazia è stato inferto a quello che è stato definito il Ponte Poesia dalle nevicate invernali 2012-2013. La coltre bianca, caduta più volte quest'anno, fermatasi sulla volta lignea ricoperta dalla vegetazione spontanea, ha pesato sull'esile struttura, facendone cadere alcuni tratti. Da più parti d'Italia sono arrivate, nella sede della locale Fondazione che dell'opera è anche committente, sollecitazioni per il ripristino architettonico del ponte: l'ultima opera che lo scultore lodigiano ha realizzato prima di lasciarci (Mauri muore nel 2009).

Così, la Fondazione Nymphe, informata la famiglia dello scultore del progetto e recuperato in Piemonte il necessario materiale in legno di castagno (lo stesso usato dall'artista nel 2008), ha da alcuni giorni avviato i lavori.
Venerdì scorso, mentre alcuni componenti della Fondazione lavoravano alla scultura, sono state raccolte e registrate innumerevoli manifestazioni di soddisfazione per l'inizio del restauro. Molti hanno detto che «sarebbe stato un delitto non recuperare quella meraviglia di idea, quell'opera più unica che rara, che viene vista da oltre 10mila visitatori l'anno».

Ormai il ponte di Mauri vive di luce propria, come la Cattedrale Vegetale che lo scultore realizzò in Trentino, nota a livello mondiale e visitata da centinaia di migliaia di fruitori, contagiati dalla filosofia messa in campo dal pensatore-artista. E qual è il pensiero stravolgente di Giuliano?
In un'intervista di qualche anno fa disse: «Noi ci affanniamo a evitare l'inevitabile, invece di assecondare la natura a Padernello, nel bresciano, mi hanno dato il compito di far riemergere una strada romana, una centuria. La stessa era stata fagocitata e sepolta da un bosco, recuperarla cancellando ciò che aveva seminato il tempo sarebbe stato un delitto. Così ho scelto di costruire una passerella sopraelevata in corrispondenza del tracciato dell'antica centuria, lasciando il bosco intatto. Questo è il mio concetto di attenzione storica». Filosofia rara quella proposta da Giuliano Mauri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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