Orzivecchi ostaggio del traffico: si chiede la tangenzialina
Immaginate per un’ora di abitare e vivere a Orzivecchi, sullo stradone provinciale della vecchia 235, da via Piccinelli fino all’oratorio; immaginate ora di sentire i coppi sul tuo marciapiede, scesi a ricordare che c’è il tetto, ad ogni passaggio di un camion; immaginate che gli allarmi e le fotocellule saltino ad ogni altro passaggio; che dopo qualche anno le crepe si aprano nei muri; immaginate di pranzare e cenare rullando come su un trattore; immaginate ora di chiedere a Roberto Castelli primo firmatario di tante petizioni alla Provincia di esigere un sopralluogo con lui.
Non immaginate più, ora il vostro cronista viaggia con Castelli in via Piccinelli, passa davanti alla scuola materna, alla chiesa su via Pastori e davanti all’oratorio. Verifica. Tutto vero, il manto dell’asfalto sconnesso, le crepe nei muri, il salto sulla sedia nelle ore del pranzo, i coppi esposti sul marciapiede. Tutto vero. «Ora - ci dica - cosa dobbiamo fare - così non andiamo più avanti. Mettetevi nei nostri panni...». Con Roberto Castelli ascoltiamo i passanti. Hanno le mani nei capelli, sanno che l’Amministrazione comunale fa quel che può e le competenze sono di altri.
«La Provincia ha risposto che non ci sono soldi, poi bisognerà appaltare, ha rappezzato, soltanto aspirinette al posto di una cura massiccia», aggiunge Castelli. Noi siamo pronti a qualsiasi manifestazioni civile, ma non è possibile risolvere le cose con buona pace di tutti?». Un paio di anni fa la situazione era peggiore, se possibile. Verso la Brebemi, in parte, il traffico si era spostato di qualche centimetro e in vista di una sistemazione della provinciale Orzinuovi-Roccafranca verso il casello ovest di Chiari, si ricominciava a sognare, appena un poco, anche a Orzivecchi.
Di più, la piccola circonvallazione, la cosiddetta tangenzialina, poco più di due chilometri a nord del paese, a bypassarlo una volta per tutte per proseguire verso Pompiano, è bloccata da un decennio a causa di un processo, finito e sanzionato, per scorie pericolose sotto la massicciata. Avrebbe liberato il centro di Orzivecchi da circa 25mila veicoli che ogni giorno passano nell’arteria principale e accumulano ferite e mali che un giorno verranno quantificati dalla pelle degli orceani e dal disvalore del patrimonio edilizio.
Ora si discute di come mettere fuori terra quel materiale, in che modo trattarlo e quindi risotterrarlo. Dopo i danari, dopo gli appalti, dopo? L’ing. Francesco Poviani, da Orzivecchi elaborò uno studio particolare su «I danni e i disagi causati dai ritardi nella realizzazione della tangenzialina di Orzivecchi». Ci torniamo sopra, l’abbiamo misurata sempre con Roberto Castelli, idealmente con la cinquantina di firmatari dell’esposto al settore lavori pubblici della Provincia. A presto.
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