Omicidio Ragnoli, condanne confermate in appello
La Corte d’assise d’appello ha confermato le condanne a 14 e 9 anni inflitte in primo grado rispettivamente a Gianluigi Dordi e ad un collaboratore di giustizia accusati di essere i mandanti dell’omicidio di Giancarlo Ragnoli, il tifoso del Brescia freddato sulla porta di casa il 6 gennaio del 2005.
Il dispositivo è stato letto nel pomeriggio di venerdì dal presidente Enrico Fischetti, che aveva chiesto una nuova valutazione sulla capacità di intendere e volere di Dordi. Il consulente, che già si era pronunciato nel corso delle indagini preliminari, non ha potuto fornire elementi dirimenti circa la imputabilità dell’uomo all’epoca dell’omicidio. La Corte, registrate le posizioni di accusa e difesa, si è ritirata in camera di consiglio e restituito alle parti il verdetto appellato.
L’omicidio di «Gianca» Ragnoli, maturato nell’intervallo di Brescia-Bologna in calendario per il giorno della Befana del 2005, secondo la ricostruzione degli inquirenti era il prezzo di una faida sulla gestione dello spaccio che vedeva la vittima, Davide Bettera (l’esecutore materiale condannato a 24 anni e sei mesi), Dordi e il collaboratore di giustizia schierati su fronti opposti. Il primo avrebbe preso 12mila euro dal secondo e il supporto logistico dal terzo per compiere la sua missione. A dirlo lo stesso Dordi. A confermarlo, poco dopo, il pentito. E le condanne.
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