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Omicidio Mura, il mistero dell'arma

Sul bastone insanguinato trovato a Castenedolo non c'è il dna di Anna Mura e nemmeno le impronte del marito accusato di omicidio
Omicidio di Castenedolo: il mistero dell'arma
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Non c’è il dna della vittima. E neppure le impronte del presunto assassino. Secondo gli accertamenti scientifici dunque il manico d’ascia insanguinato rinvenuto in un campo a Castenedolo non sarebbe il corpo contundente che ha ucciso Anna Mura nella sua camera da letto lo scorso 16 marzo. E soprattutto non sarebbe la prova decisiva a carico del marito della donna, Alessandro Musini, che da più di un mese si trova in carcere con l'accusa di omicidio.

I carabinieri che hanno condotto le indagini e il giudice che ne ha disposto la custodia cautelare in carcere ritengono che sia l’unica persona ad avere un movente per uccidere: è stato in fuga per due giorni dopo la scoperta del cadavere e non avrebbe fornito spiegazioni convincenti.

Stando agli esiti delle analisi però il dna del sangue che ha macchiato l’arnese sarebbe di un soggetto maschile ignoto e non di Musini. La soluzione del caso dunque sembra tutt’altro che prossima.   

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