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Omicidio Castenedolo, «ho avuto paura, sono scappato»

Ha trascorso la seconda notte in carcere Alessandro Musini che continua a ripetere di non essere stato lui ad uccidere la moglie Anna Mura
Omicidio di Castenedolo, i dubbi
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Ha trascorso la seconda notte in carcere Alessandro Musini che continua a ripetere di non essere stato lui ad uccidere la moglie Anna Mura, trovata con il cranio sfondato nella camera da letto dell’appartamento dove viveva a Castenedolo.

Dice di essere tornato a casa lunedì mattina attorno alle undici e trenta, di aver visto il cadavere della donna e di essersi fatto prendere dal panico. Per questo motivo, per paura, sarebbe scappato.

Ma è una tesi alla quale gli inquirenti non credono. Troppe zone oscure nel racconto di Musini. A partire proprio dalla fuga in auto, durata 30 ore. Perché durante tutto questo tempo l’uomo ha tenuto spento il telefono? Perché non ha provato quantomeno a chiamare il figlio 15enne che dormiva nella stanza confinante con quella dove è stata ritrovata Anna Mura?

Non ci sono risposte in attesa che a parlare siano le analisi della Scientifica. Che sta analizzando il bastone sporco di sangue trovato a pochi chilometri dalla casa di Castenedolo per capire se il dna sia proprio quello di Anna e se vi siano impronte dell’omicida. La scientifica è poi al lavoro anche sugli abiti indossati da Musini al momento del fermo e sull’auto dell’uomo. Tutto questo in attesa dell’udienza di convalida del fermo dipsosto per un uomo che oggi si proclama innocente.

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