Omicidio alla sala slot, Piozzi forse conosceva il suo assassino
Nella bassa veronese è caccia all'assassino di Mario Piozzi, titolare 59enne di una sala slot di Legnago, ucciso a colpi di spranga. «Un delitto particolarmente efferato», quello reso noto ieri, ha detto il colonnello Pietro Carrozza, comandante provinciale dei Carabinieri di Verona che stanno conducendo le indagini.
I militari del Nucleo investigativo dell'Arma, sulla scorta dei rilievi eseguiti dai tecnici della Sezione investigazioni scientifiche, non escludono nessuna ipotesi: da quella della rapina, che appare più verosimile, al regolamento di conti. Non è escluso che il bandito avesse già frequentato il locale e quindi sapesse come muoversi.
L'assassino ha agito con estrema freddezza e con ferocia: ha assalito a colpi di spranga Piozzi, che aveva già abbassato le saracinesche ed ha fatto entrare il suo assassino dall'ingresso posteriore, quindi è possibile che lo conoscesse. L'omicida lo ha colpito ripetutamente con violenza alla testa, probabilmente con una sbarra di ferro, fracassandogli in cranio. Poi ha messo a soqquadro la sala videolottery «Qui Gioco», impossessandosi dei 2900 euro che erano in cassa ed è fuggito.
La vittima è stata trovata solo quasi un'ora dopo dalla figlia della socia, che abita nello stesso stabile: Mario Piozzi è morto poco dopo il ricovero nella rianimazione neurochirurgica del Polo Confortini di Verona. L'uomo, originario di Quinzano d'Oglio, era separato e lascia un figlio di 35 anni.
Si era trasferito a Legnago 8 anni fa, dove aveva aperto la sala slot, dopo avere lavorato in un'azienda agricola nel bresciano e successivamente gestito una tabaccheria nell'alto Garda. Il pubblico ministero Eugenia Bertini, che coordina le indagini, ha disposto l'autopsia sul corpo della vittima, mentre il locale è stato posto sotto sequestro.
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