Omicidio a Chiari, Romelli resta in silenzio davanti al gip
Dopo aver fatto scena muta con il magistrato titolare dell’inchiesta Federica Ceschi oggi Marsel Disha Romelli si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Questa mattina nel carcere di Canton Mombello l’albanese di 26 anni è comparso davanti al gip Alessandra Sabatucci per l’interrogatorio di convalida del fermo disposto per il delitto del connazionale Kola Arben, 32enne padre di due figli piccoli, morto in ospedale martedì sera dopo essere stato colpito fuori da una sala giochi a Chiari durante una lite.
Disha Romelli è accusato di omicidio volontario. «Ma nemmeno si era accorto della gravità, quando gli abbiamo detto che Arben era morto ha avuto uno choc» racconta l’avvocato Eva Feroldi, legale del 26enne sposato con una donna italiana e residente anche lui come la vittima a Chiari. «È sconvolto» riferiscono i difensori. Sulla responsabilità dell’uomo gli inquirenti non hanno dubbi, anche grazie alla testimonianza del proprietario della sala giochi intervenuto per tentare di sedare il litigio. L’indagine affidata ai carabinieri deve chiarire ancora tanti aspetti.
A partire dall’arma utilizzata per colpire al petto la vittima. Il quadro potrà essere chiarito dalla relazione del medico legale che nel pomeriggio di ieri ha effettuato l’autopsia sul corpo di Kola Arben, ferito a morte con un oggetto appuntito che il suo aggressore potrebbe aver recuperato durante il litigio. Forse i cocci di una bottiglia oppure le chiavi dell’auto o ancora un cacciavite. Anche su questo aspetto il 26enne accusato del delitto non racconta nulla, così come sul motivo del litigio, che chi indaga ritiene possa essere nato per motivi legati allo spaccio di stupefacente. Entrambi gli albanesi erano già infatti finiti sotto indagine per vicende di droga.
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