Bassa

Oasi Fortuna, il rifugio dove gli animali vivono liberi e felici

La realtà di Chiari cerca sponsor e fondi per raddoppiare l’area a disposizione e accogliere più «ospiti»
Molti degli animali sono stati salvati da maltrattamenti o sono stati vittime di violenza - © www.giornaledibrescia.it
Molti degli animali sono stati salvati da maltrattamenti o sono stati vittime di violenza - © www.giornaledibrescia.it
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L’hanno chiamato Oasi Fortuna e, va detto, mai nome fu più azzeccato. Anzitutto perché gli animali che vengono accolti qui sono stati baciati da una buona sorte, dal momento che potranno vivere la loro intera vita senza la minaccia dello sfruttamento o della macellazione e hanno il privilegio di essere accuditi da volontari ai quali sta a cuore unicamente il loro benessere.

Siamo nella campagna di Chiari, nel bel mezzo della Bassa Bresciana, territorio costellato per antonomasia da allevamenti. Qui un gruppo di giovani ha dato vita ad un rifugio in cui ci si prende cura di animali che, altrimenti, sarebbero andati incontro a morte certa.

Attualmente Oasi Fortuna è l’unica realtà di questo tipo nel Bresciano. Occorre andare nel Milanese per trovarne di simili e, a livello nazionale, seppur con un assetto diverso, esempi analoghi sono il Rifugio Miletta nel Novarese e Capra Libera Tutti a Roma. Loro, i ragazzi di Oasi Fortuna, sono approdati a Chiari nel 2014 dopo otto anni di intenso peregrinare.

Inizialmente hanno operato come distaccamento della onlus Vita Da Cani di Arese sino a diventare, di recente, una organizzazione no profit indipendente a tutti gli effetti. Il loro sogno sarebbe adesso di riuscire ad ampliarsi: in aggiunta ai 3.600 metri quadri già utilizzati vorrebbero prendere in affitto e recintare anche l’area di fianco di 3.300 metri quadri.

Su Buonacausa.org è in atto una raccolta fondi ad hoc. Non basterebbe forse un libro per raccontare le storie di tutti gli animali accolti - 45 in tutto - nell’appezzamento di terra preso in affitto dove capre, maiali, pecore, tacchini, asini, mucche e persino un maestoso bue convivono in sintonia e completa pace.

Le storie

Alcuni di loro sono arrivati qui dopo un sequestro e poi c’è Gertude, una maialina tratta in salvo dopo che era stata stanata e quasi uccisa durante una battuta di caccia. Era incinta, ma lo stress subito le ha causato un aborto. Lei, però, ce l’ha fatta.

Viktor Falcor è stato trovato l’estate scorsa da un ragazzo sulla strada verso il Guglielmo. L'agnello aveva un principio di rogna e non sarebbe sopravvissuto se Francesco non l’avesse portato al santuario.  «Il nostro sogno sarebbe poter accogliere tutti - raccontano i volontari - ma i fondi a disposizione, dato che siamo una organizzazione di volontariato e tutto ciò che raccogliamo va a beneficio del santuario, sono limitati così come gli spazi: ecco perché vogliamo ampliarci e siamo alla ricerca di sponsor e sostenitori».

Al santuario vengono organizzate diverse iniziative, tra cui anche open day molto amati dalle famiglie, allo scopo di far conoscere il rifugio e i suoi abitanti: per rimanere aggiornati è possibile fare riferimento alle pagina Facebook e al profilo Instagram Oasi Fortuna.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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