Nuovo tempio crematorio a Chiari: l’iter autorizzativo passa dal Broletto
Tempio crematorio di Chiari: l’iter che precede la progettazione prosegue, con il Comune e la municipalizzata Chiari Servizi che stanno portando avanti la parte burocratica relativa alle autorizzazioni obbligatorie per la nascita, a fianco del camposanto, dell’impianto.
A inizio anno il Comune aveva condiviso, in un incontro pubblico online, il risultato di una ricerca commissionata da Chiari Servizi a vari esperti e riguardante gli aspetti ambientali, economici e urbanistici dell’opera, con risultati tutti favorevoli alla nascita del tempio.
Nel frattempo l’iter burocratico è proseguito: «In questi mesi - spiega l’assessore Domenico Codoni - stiamo portando avanti la parte autorizzativa: chiusa positivamente quella con la Regione, siamo in fase conclusiva di quella che coinvolge la Provincia, dopo che abbiamo inviato in Broletto gli approfondimenti richiestie. Oltre a questi passi compiuti sul fronte autorizzativo, Amministrazione e Chiari Servizi (che come già annunciato si occuperà della gestione del tempio, ndr) si concentreranno anche su come affrontare l’importante aspetto economico: l’investimento prospettato era infatti di 4 milioni di euro. Proseguiranno, infine, le visite ad altri impianti crematori per capire al meglio come affrontare il percorso relativo alla progettazione».
La storia
Questi, dunque, gli ultimi sviluppi sul percorso che porterà alla nascita del tempio crematorio clarense. Di quest’ultimo si era iniziato a parlare nell’aprile 2021, quando dalla Regione era arrivato il via libera al progetto. Questo tempio sarà composto da due linee dalla capacità di 1.200 cremazioni ciascuna ogni anno e nascerà a ridosso del cimitero, sul lato est, in via Sandella, la strada che conduce verso il depuratore.
A oggi l’investimento prospettato, per Chiari Servizi, è stimato sui 4 milioni di euro: come reso noto da uno studio preliminare, si tratta di un investimento ripagabile in 10 anni. L’annuncio del progetto aveva portato con sé delle polemiche, soprattutto da parte del comitato «No al forno crematorio a Chiari», che aveva espresso più volte il suo dissenso.
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