Nelle zone rosse di Montichiari scatta il daspo urbano
In nome della prevenzione, Montichiari ha concretamente accolto all’unanimità la possibilità del daspo urbano, prevista dalla legge: sono state infatti mappate le «zone rosse», ovvero le aree da cui, semplificando, sarà allontanato chi commette determinate violazioni. In particolare è una soluzione considerata utile per prevenire episodi che vanno dalle risse al vandalismo, dalla manifesta ubriachezza con ricadute sull’ordine pubblico allo spaccio, dagli atti contrari alla pubblica decenza, passando per il commercio abusivo.
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La legge legata al Daspo risale al 2017 ma è stata integrata nel 2020 con il daspo Willy, quest’ultimo specificatamente concentrato sulla prevenzione di fatti problematici per l’ordine pubblico. Il ventaglio di prevenzione, pertanto, è ampio. Ciò che ha fatto il Consiglio comunale è votare all’unanimità la modifica al regolamento di Polizia urbana, introducendo l’articolo che mette la mappatura a disposizione delle forze dell’ordine, con cui l’Amministrazione ha svolto un lavoro condiviso.
Sono «rosse» le aree pertinenti o, in alcuni casi, vicine a luoghi o servizi considerati dalla legge e dalle autorità locali «sensibili» e bisognosi di particolare tutela: per fare esempi le scuole e le loro adiacenze, i parchi e le vicinanze, le aree destinate a mercati, fiere e pubblici spettacoli, le residenze sanitarie per anziani e disabili, l’ospedale, il municpio... Come «zona rossa», inoltre, il sindaco ha voluto anche l’inserimento dell’argine del Chiese fra il ponte al Centro fiera e il ponte a Borgosotto, dove sono stati segnalati nel tempo episodi di spaccio.
«I Comuni hanno la facoltà di individuare zone dove, se e qualora dovessero essere registrati incresciosi avvenimenti, come primo intervento scatta la sanzione e successivamente un provvedimento di allontanamento dalle aree - ha spiegato il sindaco Marco Togni-. Dato che è uno strumento fornito dal Governo intendiamo metterlo a disposizione delle forze dell’ordine. Serve nelle situazioni più disparate, ad esempio può essere utile anche in casi di stalking e in tanti altri. Questa misura non scaturisce solo per eventuali episodi giovanili, ma ha una finalità preventiva ampia e generale».
L’iter è una sanzione con provvedimento temporaneo di allontanamento e, qualora non si ottemperi, si passa al daspo più duro che comunque è seguito dalla Questura. Le minoranze si sono espresse a favore, ma, concentrandosi su episodi giovanili, tra vandalismo e disordini, hanno evidenziato la necessità di un’applicazione attenta e di altre forme di intervento: «È anche un sintomo di fallimento educativo da parte di tutte le agenzie - è intervenuta il consigliere Roberta Chiari (Comitato civico)-. Chiedo, quindi, cosa si può fare e cosa si sta facendo per contrastare forme di devianza giovanile? Nei casi di applicazione a un giovane, sono previste azioni sociali di reinserimento?». Stesso focus per Pieranna Civera (Moderati Centro Destra). Beatrice Morandi (Pd) ha aggiunto che anche il potenziamento organico della Polizia locale sarebbe un deterrente.
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