Nella caserma fantasma invasione di topi e rane
«Viviamo nelle vicinanze di una sorta di discarica a cielo aperto». La denuncia arriva dai cittadini di Flero che abitano nel villaggio residenziale edificato nella stessa porzione di paese in cui doveva sorgere la caserma dei Carabinieri.
Il progetto si trascina da più di dieci anni e il cantiere - i lavori sono in capo al Provveditorato delle opere pubbliche - è fermo da tempo. Affacciato su via XX settembre c’è solo un guscio vuoto, attorno al quale sono cresciute erbacce e si è accumulata parecchia acqua. E da lì, denunciano i residenti «arrivano anche animali come topi e rane».
I residenti della zona aggiungono che «ora è diventata anche una questione di salute pubblica. L’area deve essere bonificata».
La vicenda della caserma di Flero è intricata. Il capitolo più recente è dell’estate scorsa, quando il Ministero butta sul tavolo una proposta: riconsegnare la struttura Comune di Flero e dirottare i fondi che si libererebbero per terminare altre costruzioni in stato più avanzato, le caserme di Sarezzo e Pontoglio. Agli inizi di settembre, nuovo appuntamento in Prefettura: i dirigenti spiegano che la proposta delineata a luglio è subordinata ad un percorso da costruire. E ci sono problematiche di fondo come il fatto che finché la caserma non è completata non è bene del Demanio. Che non può disporne.
Il sindaco di Flero, Nadia Pedersoli, ricorda che «il Comune aveva già chiesto nel 2011 e nel 2012 che ci venisse ceduta la struttura. Ci avevano risposto che avevano i soldi per finire l’esterno e mettere in sicurezza l’area entro fine 2012. Cosa che non è avvenuta». Ora «ci propongono la cessione. E nel frattempo il Comune ha programmato altre opere urgenti per il paese». Quel che è certo, conclude «è che è un problema per la comunità flerese, che va risolto. L’auspicio del Comune sarebbe di poter prendere in mano celermente la caserma. Entro un mese dovremmo essere pronti per dare una risposta alla proposta ministeriale».
E sulla bonifica? «È chiaro che è un’urgenza. Come Comune allo stato attuale non possiamo accedere perché l’area non è di nostra proprietà. Al Demanio abbiamo chiesto più volte di intervenire per risanare».
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