Nei cieli della Bassa rivoluzione Tornado: il decollo è al contrario

«Vento e addestramento. Tutto qui…». Così, chiamando in causa la direzione del vento e la necessità di consentire ai piloti di esercitarsi in vari scenari, dal 6° Stormo motivano la rivoluzione copernicana che, da qualche mese a questa parte, ha «ribaltato» le procedure di decollo e atterraggio dei velivoli che vanno e vengono dalla base militare di Ghedi.
Il fatto è che, a memoria d’uomo, gli aerei hanno sempre decollato da sud-est verso nord-ovest: in pratica partivano dal fondo pista che dà sulla strada Ghedi-Castenedolo per alzarsi in volo sul tratto che dà sulla strada Ghedi-Borgosatollo. Le uniche (e rare) eccezioni si verificavano quando il vento spirava da sud-est in direzione nord-ovest: in questo caso, per una semplice ma non trascurabile questione di velocità relativa, gli aerei decollavano e atterravano in senso contrario. È sempre stato così: prima con gli F84, poi con gli F104, ora con i Tornado.
Lo stesso hanno sempre fatto gli aerei ospiti: ricordiamo, ma è solo un esempio, gli F16 turchi, che nei primi anni Novata partivano da Ghedi per le operazione nella ex Iugoslavia. Persino le Frecce Tricolori, in condizioni normali, hanno (quasi) sempre seguito questa traiettoria.
Inversione
Da qualche mese, gli aerei decollano e atterrano «al contrario»: da nord -ovest in direzione sud-est. In pratica rullano dal fondo pista che dà sulla Ghedi-Borgosatollo per alzarsi in volo sul tratto che dà sulla Ghedi-Castenedolo. Una rotazione di 180° che, c’è da scommetterci, non disturberà chi, da sempre, convive con i decolli dei jet. Non v’è da dimenticare che, al momento di staccarsi da terra, i caccia fanno un bel po’ di rumore.
Lo sanno bene gli abitanti di Montirone, Borgosatollo e zone intermedie, che erano soliti vedersi passare sulla testa gli aerei in fase di decollo, con i post bruciatori accesi, che danno sì un surplus di spinta, ma pure un analogo surplus di decibel. Ora che gli aerei staccano dall’altro capo della pista, il rumore si concentra altrove, a tre o quattro chilometri di distanza, in una zona meno abitata (a proposito: oltre al vento e all’addestramento, può essere che il cambio delle procedure dipenda anche da questo?). Ovviamente c’è il rovescio della medaglia: gli abitanti di Montirone e Borgosatollo non hanno più a che fare con gli aerei in fase di decollo, ma se li vedono passare sulla testa al momento dell’atterraggio. Nel cambio ci hanno comunque guadagnato, perché, come abbiamo detto, al decollo i jet hanno i post bruciatori accesi, all’atterraggio no…
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