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Morirono tre persone in A21: a processo il titolare della ditta

Secondo l'accusa il titolare della ditta di tir aveva permesso al conducente di guidare nonostante fosse troppo stanco
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Morirono tre persone e altrettante rimasero ferite.

Ora a giudizio finirà il titolare dell’azienda per la quale lavorava l’autista che causò l’incidente, che morì nel disastro. L’uomo, secondo gli inquirenti, era troppo stanco a causa delle molte ore di guida. Da qui la tragedia. Era il 22 luglio 2015 e il tamponamento a catena sull'autostrada A21 coinvolse diversi veicoli, camion e auto.

Davanti al giudice Giulia Maci del tribunale di Cremona si aprirà un processo per omicidio colposo
plurimo il prossimo 27 novembre. Il gup Christian Colombo ha rinviato a giudizio, unico imputato, il titolare di una ditta di autotrasporti di Sarzana (La Spezia), attribuendogli la responsabilità, con l'aggravante della colpa cosciente, di aver permesso che il suo dipendente trasportatore continuasse a guidare oltre l'orario previsto nonostante i livelli di stanchezza raggiunti.

Secondo ricostruzioni, il conducente quel giorno stava guidando da molte ore, sembra oltre 10, e il giorno precedente sarebbe accaduta la stessa cosa. Nell'incidente, che si configura come un infortunio sul lavoro, il Tir travolse altri veicoli sull'autostrada A21 vicino al casello di Cremona Nord in direzione di Brescia. Morirono il conducente dell'autoarticolato Alfredo Fioravanti, 50 anni di Avenza, e Michela D'Annunzio, 40 anni di Leno, che era dentro un'auto travolta, e poi, il giorno
dopo, in ospedale, Maria Grazia Tomasini, 42 anni, anche lei di Leno. Ci furono anche tre feriti. Nella carambola, il Tir piombò su veicoli rallentati presso un cantiere stradale. Fu tentata la frenata ma non fu sufficiente. La moglie e i figli di Fioravanti si sono costituiti parte civile. 

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