Bassa

Montichiari, l'aeroporto chiude per rifare la pista

Da lunedì sono iniziati i cantieri per rifare tre chilometri di pista dello scalo, con un'operazione da oltre 5,2 milioni di euro
D'ANNUNZIO, LAVORI IN PISTA
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A quasi vent'anni dalla sua inaugurazione - era il 1999 quando a Montichiari si aprivano le porte del nuovo aeroporto - il D'Annunzio si concede un restyling: da lunedì sono iniziati i cantieri per rifare tre chilometri di pista dello scalo, con un'operazione da oltre 5,2 milioni di euro guidata dal raggruppamento di impresa tra Interstrade, Cogeis, Sintexcal, Impresa Bacchi, Euroimpianti e la bresciana Delbono.

Cifre importanti che, dicono da Verona, sono segno di come la Catullo, la società veneta che gestisce lo scalo bresciano, continui a credere e ad investire in un aeroporto le cui cifre sono oggettivamente sempre più in picchiata.

Dopo l'addio del volo delle badanti dell'Ucraina e la sospensione del collegamento cargo con Hong Kong a Montichiari sono rimasti solo i voli postali Mistral Air, dirottati nel periodo dei lavori su Verona.

La scelta di Catullo di investire ancora fa ben sperare nel futuro: si è parlato di riattivare il contatto con Hong Kong, di un possibile collegamento con l'India e dell'approdo di Dhl. Per ora tutte supposizioni, ma il piano investimenti della Catullo ha già previsto altri 52 milioni di euro al D'Annunzio per allungare la pista così da consentire voli intercontinentali a pieno carico.

Sullo sfondo resta l'ipotesi di una newco con i bresciani di ABeM per la gestione dello scalo, insieme all'interesse di un fondo internazionale di proprietà della Commonwealth Bank of Australia, già presente negli scali di Brisbane e Adelaide. 

In attesa di sapere se maturerà qualcosa sul destino di Montichiari, l'aeroporto rimarrà chiuso fino al 10 settembre, come confermano da Verona.

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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