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Montichiari, dalla Xbox a traduttore per sordomuti

Tre ingegneri hanno utilizzato la tecnologia della consolle per un software che capisca e traduca il linguaggio dei segni.
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«Lis-a» ha poco più di un anno, ma sa già riconoscere tutte le lettere dell'alfabeto. Il suo nome significa «Lis Alphabet» - dove «Lis» sta per «Lingua dei segni italiana» - ed è stata ideata per lo studio monteclarense Dodicipixel dal communication designer Daniele Poletti, in collaborazione con i tre ingegneri Nicola Mutti, Daniele Mutti ed Elia Basso.

«Lis-a» è un traduttore per sordomuti basato sulla tecnologia della console Xbox 360 Kinect, alla quale è stato implementato un software di apprendimento del linguaggio Lis, potenzialmente utile sia in ambienti didattici sia in contesti privati. Usufruirne è facile poiché, spiega Poletti, «non esistono strumenti aggiuntivi che si intromettono tra l'utente e la macchina, come ad esempio una tastiera o un mouse. Niente guanti, quindi, solo due telecamere: la prima emette raggi infrarossi, la seconda li riceve e, in base ai fasci di luce interrotti, stabilisce la posizione dell'utilizzatore nello spazio. Chi usa Lis-a, in altre parole, non deve far altro che mimare le lettere dell'alfabeto del linguaggio Lis: esse, se riprodotte correttamente, compariranno sul monitor».

Il progetto, realizzato secondo i principi dell'open source (che permette e incentiva l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti), «ha inizialmente dovuto superare certi limiti della tecnologia, il più grave dei quali è che il Kinect non riconosce le dita e i loro movimenti, fondamentali per il linguaggio Lis. Noi non ci siamo scoraggiati e, tralasciando momentaneamente la costruzione di parole e frasi per concentrarci sulle singole lettere, siamo riusciti a studiare un algoritmo in grado di ovviare al problema».
Eppure, Poletti spiega come il futuro del dispositivo sia piuttosto incerto: «Per svilupparlo e testarlo correttamente, così come per riuscire a tradurre parole e frasi intere, servono finanziamenti adeguati e partner che ci vogliano supportare in questa avventura. Ci auguriamo così di poter contribuire, nel nostro piccolo, alla creazione di un mondo senza barriere architettoniche e, soprattutto, comunicative».

I potenziali utilizzi pratici del traduttore di Dodicipixel, del resto, sono già molteplici: «Lis-a» può essere un modo divertente per insegnare la lingua dei segni ai bambini delle elementari e delle medie, può essere convertita in un'applicazione gratuita per la Xbox e venire anche utilizzata per realizzare una versione per sordomuti di Ruzzle, l'applicazione attualmente più utilizzata su Facebook e simile, per certi versi, al gioco in scatola «Scarabeo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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