Mons. Monari alle Fontanelle benedice i locali per i pellegrini
Il vescovo ha ribadito che il culto deve svolgersi secondo la fede e in comunione
MONS. MONARI ALLE FONTANELLE
AA
Ha risposto all’invito del delegato vescovile mons. Marco Alba ed è giunto alle Fontanelle per benedire i nuovi locali a servizio dei pellegrini. Monsignor Luciano Monari ha compiuto nella campagna di Montichiari uno degli ultimi atti del suo episcopato e la sua visita ad uno dei luoghi di devozione mariana più frequentati (ed in passato discussi) della Diocesi non è stato privo di significati particolari.
La lunga vicenda delle Fontanelle nei decenni ha interpellato i vescovi bresciani da mons. Tredici ad oggi, con un passaggio anche alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ora, ribadita da parte della Chiesa l’esclusione di qualsiasi riferimento ad apparizioni o fenomeni di presunta natura soprannaturale, la volontà è che questo luogo di indubbia spiritualità sia pienamente vocato al culto mariano. Lo ha ripetuto ieri il vescovo: «Sono qui per esprimere il desiderio che il culto sia disciplinato secondo la fede cattolica ed in comunione con la parrocchia e la Diocesi. È naturale - ha aggiunto - che in un momento significativo per la comunità che qui si raccoglie in preghiera, come è appunto la benedizione dei locali a servizio dei pellegrini, il vescovo sia venuto qui per dire ai fedeli qualcosa di significativo».
E quello che aveva da dire ai fedeli, mons. Monari, giunto alle Fontanelle insieme al provicario generale della Diocesi, mons. Cesare Polvara, ed accompagnato da mons. Alba e mons. Gian Carlo Scalvini, l’ha detto nel suo intervento all’interno della celebrazione dei Vespri. La sua è stata una riflessione sulla devozione a Maria, cioè sull’elemento che si vuole caratterizzante di questo luogo: «Perché - si è chiesto il vescovo - essa è parte integrante della fede cattolica? Perché, se l’unico salvatore del mondo, l’unica sorgente di bene autentico è Dio?».
«Per rispondere - ha spiegato mons. Monari - occorre prima intendersi sul significato di salvezza, che è dono di Dio, ma non è una cosa: è un cambiamento del cuore dell’uomo, che si produce solo se è accettata dal cuore dell’uomo, perché la sua libertà resta, insieme ai dubbi, alle incoerenze e resistenze che pure nell’uomo di fede ci sono. Dunque Maria, la creatura che ha detto un sì senza riserve al dono di Dio, diventa un modello per tutti, oltre che fondamento di speranza, un aiuto a pensare in modo nuovo, a desiderare le cose che piacciono a Dio».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato