Bassa

Mirella Naboni, la casalinga che scocca frecce sul tetto d’Italia

Il tiro con l’arco le ha ridato speranza dopo un aneurisma e ora ha vinto il campionato nazionale
AA

Forse non tutti sanno che Robin Hood abita a Chiari, ha 61 anni e fa la casalinga. All’anagrafe si chiama Mirella Naboni e, con il suo arco ricurvo (l’arco da caccia tradizionale per antonomasia), scocca frecce talmente bene da essersi meritata il titolo nazionale nella categoria senior femminile ai recenti campionati Fiarc indoor che si sono svolti a Parma.

Mirella, sposata e madre di una 33enne, ha impugnato per la prima volta un arco «una quindicina di anni fa - racconta - in un villaggio turistico in Spagna». Per lei è stato amore a prima vista: «Da allora ho smesso solo per sei mesi a causa dell’aneurisma cerebrale che, nel 2002, mi ha fatto perdere un occhio». Il periodo della convalescenza è stato difficilissimo, ma Mirella è riuscita a rialzarsi anche grazie allo sport: «Il fatto di uscire di casa e di riprendere ad allenarmi da zero mi ha aiutato a non pensare ai miei problemi e a vedere il lato positivo delle cose».

Nel 2014 ha trionfato al campionato indoor di San Marino (vincendo i titoli nazionale e internazionale nella sua categoria); quest’anno ha conquistato il podio alla sfida «bowhunter» che si è tenuta in aprile a Scarlino (Grosseto) e, tra fine ottobre e i primi di novembre, ha vinto niente meno che i campionati italiani indoor di Parma. Ora, con queste medaglie al collo, si sta preparando ad affrontare i mondiali previsti in Toscana a giugno. Al suo fianco, negli allenamenti che svolge una o due volte la settimana a Cologne e Calino, ci sono Massimo Malzani, Enzo Lazzaroni e Giuliano Faletti. Mirella fa parte del Gruppo Arcieri del Monte Orfano.

Per lei praticare tiro con l’arco è «molto rilassante. Serve serietà e concentrazione, due atteggiamenti che poi possono essere applicati nella vita quotidiana. Anche per questo io consiglio di iniziare ad avvicinarsi a questo sport dall’età di sei anni». Nello specifico lei ha scelto l’arco ricurvo ossia «il più istintivo e tradizionale». E, da perfetta Robin Hood, ha uno spiccato animo altruista: per dodici anni, come volontaria, ha aiutato i bambini ad attraversare la strada davanti alle scuole della sua cittadina.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia