Mini depuratore, la Regione vara l’ipotesi digestore
Ora è ufficiale: il mini-depuratore per Visano, Acquafredda e Remedello si farà. Lo ha confermato Regione Lombardia nell’incontro convocato giovedì a Milano per illustrare gli aggiornamenti relativi al maxi collettore del Garda.
Togliendo definitvamente Visano dall’elenco delle realtà che possono riceverne i reflui, i dirigenti hanno infatti rimarcato la volontá di costruire a breve un impianto che depuri i tre comuni.
«Raggiungiamo un obiettivo importantissimo - commenta il sindaco visanese Francesco Piacentini-: in un territoro già in difficoltà a livello ambientale, questa è un’azione fondamentale, che ci permette di limitare la procedura d’infrazione europea». Entrando quindi nel dettaglio ed osservando come la lunga distanza dal Benaco avrebbe fatto lietivare i costi per il collettamento oltre a richiedere maggiori tempistiche per la realizzazione dell’opera «faraonica», la ricerca di un sito dove far confluire gli scarichi gardesani si è recentemente spostata su Gavardo, Muscoline e Montichiari.
Non é tutto, però: un’ulteriore motivazione che ha spinto a deviare l’attenzione da Visano è racchiusa nella causa giudiziaria pendente sul suo «ex» depuratore: un «ecomostro» che, attivo solo pochi anni per «ripulire» i reflui suinicoli, dal 2002 è chiuso e abbandonato. Prevista la sua totale trasformazione - poiché inizialmente indicato come terminale degli scarichi della parte bresciana del lago-, la gestione della struttura è infatti contesa tra la Provincia e l’azienda Vstr.
Un dettaglio, questo, che pare tuttavia superato per la predispozione del nuovo digestore, il quale accoglierà nel medesimo terreno gli scarichi domestici di 13mila abitanti equivalenti. Le ipotesi. A tal proposito, stanziati 60mila euro nel piano d’ambito del 2019 per la progettazione, sono tre le diverse prospettive avanzate da Ato ed A2a per l’impianto di via Remedello.
Ovvero: riutilizzare le vasche del precedente (una strada comunque difficile da perseguire, dati i materiali obsoleti), salvare alcuni spazi esistenti ed edificarvi a fianco nuove vasche (opzione complicata) o creare tutto da zero (l’alternativa attualmente più gettonata). Non resta, quindi, che attendere le carte, in cui saranno inseriti pure interventi per completare i tratti di fognature assenti nei tre paesi interessati. Per concludere, ancora in via di definizione i costi ed i tempi di realizzazione: sebbene nulla sia certo, si ipotizza l’apertura dei cantieri nel 2020 per una spesa di 3 milioni di euro.
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