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Mentana e il ricordo della lettera con l'orecchio di Soffiantini

Può essere considerato lo snodo del sequestro: quella lettera spedita all'allora direttore del Tg5 Enrico Mentana
MENTANA RICORDA SOFFIANTINI
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Può essere considerato lo snodo del sequestro Soffiantini. Quella lettera spedita all'allora direttore del Tg5 Enrico Mentana. Era il 25 gennaio 1998. Domenica.

«Ho un ricordo drammatico» ammette oggi Mentana. «Non dimenticherò mai quel momento in cui mi chiamò la mia segretaria dicendomi che era arrivata una busta con una lettera firmata da Giuseppe Soffiantini con dentro un pezzo di carne umana. Era il lobo dell'orecchio di Soffiantini».

Mentana non ha mai cancellato quelle ore. «Era una lettera terribile perché dettata o quantomeno ispirata dai carcerieri. Era un disperato allarme, un preludio al rischio di morte. Fu un momento difficilissimo da vivere. Ricordo il viaggio di notte verso Brescia quando concordai con il Procuratore capo cosa era giusto fare anche nel rispetto della famiglia dell'imprenditore».

Viene deciso che la lettera andava letta davanti ad una telecamera. In diretta tv nel corso del telegiornale. «E così ho fatto». Pochi giorni più tardi, il 9 febbraio, l'imprenditore di Manerbio sarà liberato. «Ho conosciuto Soffiantini tanto tempo dopo» ricorda Enrico Mentana. «Gli chiesi se era mai riuscito a tornare ad una vita normale, se di notte avesse mai sognato quei terribili giorni della prigionia. Mi disse serenamente che non li aveva mai sognati e poi che gli sarebbe piaciuto se quella sua storia fosse diventata qualcosa di televisivo o cinematografico».

A distanza di 20 anni da quella lettera ricevuta e letta in diretta Mentana sa di avere avuto sulle spalle una responsabilità enorme. «Certo che mi ero reso conto della grande responsabilità. So benissimo anche che non c'era alternativa. Se mi fossi tenuto quello scritto per me, l'avessi consegnato agli inquirenti senza renderlo pubblico cosa sarebbe successo? Quale macigno avrei avuto sulla mia coscienza? Ho fatto quello che andava fatto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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