Bassa

Manerbio, un residente: «Ho fatto analizzare l’acqua, ora non coltivo più l’orto»

Un uomo di 39 anni racconta i problemi di inquinamento rilevati: «Dopo i dati emersi sul caso Finchimica non ero tranquillo e avevo ragione»
La via dove abita il 39enne di Manerbio che ha fatto analizzare le acque - Foto © www.giornaledibrescia.it
La via dove abita il 39enne di Manerbio che ha fatto analizzare le acque - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Dopo tutto quello che ho sentito sull’inquinamento nella falda sottostante a Finchimica non ero tranquillo. Per questo ho deciso di fare delle analisi private su un pozzo di mia proprietà che si trova nei pressi del bocciodromo, a poche decine di metri dalla scuola media e a un paio di centinaia in linea d’aria dalla scuola elementare».

Così un 39enne residente a Manerbio racconta la ragione che lo ha spinto a dare il via ai prelievi. «Ho fatto esaminare un campione d’acqua che deriva dalla falda superficiale e si trova a una quindicina di metri dal sottosuolo - prosegue -. Poi ho consegnato le provette che mi sono state fornite in farmacia e ho ottenuto i risultati dopo cinque giorni». Le analisi private riguardano la potabilità dell’acqua e dai risultati ottenuti si evince che il campione «non rientra nei limiti previsti dalle direttive dell’Unione europea relative alla qualità delle acque destinate a consumo umano», come si legge nelle note. Una non potabilità dovuta in particolare ad alcuni parametri in eccesso, come per esempio il ferro (a fronte di un limite massimo di 200, il campione analizzato ha restituito un valore pari a 2.474), il manganese (limite 50, risultato 100) e l’arsenico (limite di legge 10, tolleranza fino a 13 ma risultato del campione pari a 25).

«Mi sono rivolto ad alcuni esperti per avere una lettura seria di questi dati - spiega il 39enne -: mi è stato risposto che ferro e manganese in quantità così elevate sono “tipici della bassa bresciana” e mi è stato invece sottolineato che il valore dell’arsenico era da attenzionare. Per il momento quindi, risultati alla mano, non sto più coltivando nemmeno l’orto e voglio condurre anche le analisi del terreno per capire lo stato di salute della terra che circonda la mia casa».

Valori significativi, quelli riscontati, specie perché superano anche le tabelle di riferimento per i valori di fondo. Cosa sono? Regione Lombardia ha elaborato uno studio sullo stato chimico delle acque sotterranee, condotto dalla direzione generale Territorio e Protezione civile che si avvalse di un’attività di supporto tecnico- scientifico svolta dall’Università degli Studi di Milano Bicocca - Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra. Questo per capire quali siano i valori «base» (chiamati appunto «di fondo») del territorio regionale Comune per Comune e inquinante per inquinante. Una specie di vademecum sullo stato di salute dei territori, così da conoscere il livello di inquinamento diffuso e, quindi, di partenza di un’area (dal manganese all’arsenico).

Con un’apposita delibera datata 23 novembre 2020, la Giunta regionale guidata da Attilio Fontana, limitatamente alle sostanze di origine naturale e proprio sulla base dei parametri di fondo, stilò una tabella dei cosiddetti valori soglia. Per quanto riguarda Manerbio, ad esempio, il limite d’attenzione relativo all’arsenico è passato da 10 a 13. E proprio il dato dell’arsenico, sostanza nociva per la salute umana, nelle analisi condotte sul campione analizzato in un laboratorio privato è quasi il doppio del consentito. 

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