Bassa

Maltrattamenti su bimba disabile, «Tornava a casa terrorizzata e con i lividi»

In tribunale a Brescia racconto della madre della bimba che avrebbe subito maltrattamenti dall’assistente ad personam
Il carabiniere prende in braccio la bambina
Il carabiniere prende in braccio la bambina
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Lo ha detto con le lacrime agli occhi. «Mia figlia è affetta da disabilità, ha una forma severa di autismo fin dalla nascita, ma signor giudice è una bambina che capisce. Anche quando prova dolore. E con la malattia non è in grado di dire bugie». In attesa di capire se a otto anni la piccola presunta vittima di maltrattamenti sarà sentita in un’aula di tribunale, ieri è stata la madre a raccontare la sua verità sulla vicenda che ha fatto finire prima in carcere, poi ai domiciliari e ora alla misura cautelare dell’obbligo di dimora la 33enne che era l’assistente ad personam dell’alunna di seconda elementare di una scuola della Bassa bresciana.

La donna venne arrestata in flagranza di reato il 28 aprile scorso, 24 ore più tardi rispetto a quando i carabinieri avevano installato delle telecamere nascoste dopo la denuncia della madre della minore. Il racconto della madre. «Dai video la bambina aveva un atteggiamento diverso tra quando stava con l’assistente e quando invece era con l’insegnante. Siamo intervenuti nel momento in cui aveva stretto la guancia della bimba. Era l’ultimo episodio di una serie di atteggiamenti violenti. La piccola aveva anche perso sangue» ha riferito il militare dell’Arma che ha eseguito l’arresto della assistente ad personam che nel frattempo è stata licenziata.

La testimonianza della madre

L’educatrice era stata arrestata ad aprile dello scorso anno
L’educatrice era stata arrestata ad aprile dello scorso anno

«Ad un certo punto ad inizio 2021 mia figlia ha cominciato a non voler più andare a scuola. "Scuola no" diceva e piangeva. Facevo addirittura fatica a portarla» ha spiegato la mamma della minore davanti ai giudici. «A marzo 2022 torna da scuola e le faccio il bagno. Vedo un livido importante sul fianco destro e altri più piccoli sul fianco. "Mamma, pizzicotti" diceva e ha pronunciato il nome di battesimo dell’assistente che era però uguale a quello della maestra. Quando le ho fatto vedere le foto delle due, mia figlia ha indicato l’assistente» è stata la ricostruzione della madre. Che ha portato all’attenzione un altro episodio: «Ho iniziato a pensare che davvero qualcosa non andasse a scuola. Un giorno mi dice che le faceva male l’orecchio e accusa ancora l’educatrice. Mia figlia era impaurita, terrorizzata. Il 10 aprile ho sporto denuncia».

E si arriva al giorno dell’arresto dell’assitente ad personam. «Il 27 aprile ho portato mia figlia a scuola e poco dopo mi hanno chiamato i carabinieri di andare a riprenderla perché avevano le prove di quanto avevo denunciato. Ora la bambina ha cambiato scuola e non ha più lividi. Quando si avvicina alla vecchia piange e dice "scuola Rossa no"».

«Nessuno si è accorto»

Per la scuola della Bassa bresciana la vicenda è stata un fulmine a ciel sereno. «Ho immediatamente aperto un’indagine interna. E la conclusione è stata che nessun dipendente ha mai notato nulla di strano e nemmeno sentito lamentarsi la bambina» ha detto la dirigente scolastica rispondendo alla domanda diretta del presidente del collegio Roberto Spanò. «C’era addirittura una relazione del 10 marzo - ha proseguito la preside - che diceva che la bambina stava migliorando e che poteva stare più tempo in classe con gli altri compagni».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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