Maltrattamenti e carne contaminata. La confessione di Italcarni
Nel macello dell’orrore dove carne infetta veniva messa sul mercato le accuse diventano conferme. «Tutto quello che contestate è vero» ha detto in due ore di interrogatorio davanti al pubblico ministero Ambrogio Cassiani, il rappresentante legale dell’Italcarni di Ghedi, il macello messo sotto sequestro ad inizio ottobre. «Non sapevano della gravità delle azioni contestate, non pensavano di generare rischi elevati per chi avrebbe comprato carne» ha spiegato l’avvocato Alessandro Asaro, legale di Italcarni.
All’interno del macello di Ghedi, dove era presente anche un punto vendita per il pubblico, gli uomini della Forestale avevano trovato carne con valori batteriologici 50 volte superiori al consentito. Dal macello sarebbe uscita anche carne infetta da salmonella, stando alle analisi effettuate dai laboratori. Gli animali poi spesso venivano trascinati giù dai camion con catene in ferro, cadevano riportando fratture che non curate finivano per infettare la carne.
Azioni che sarebbero state filmate grazie alle telecamere installate dalla Procura che per la prima volta è riuscita a contestare una correlazione tra i maltrattamenti sugli animali e i conseguenti danni alla salute umana.
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