L'ex cava diventa il giardino dell’Eden: sarà aperta al pubblico
Nel breve futuro anche Remedello avrà il suo «parco delle cave»: Amerigo Gatti, vicino alla pensione, ha in progetto di aprire alle visite l’oasi sorta dall’attento recupero ambientale-naturalistico della sua cava. In gran parte è stato ultimato; manca però un’area da completare, lo smantellamento delle attrezzature per l’attività escavativa e il cambio di destinazione del sito. Cura personalmente, con grande impegno e amore, il suo «paradiso»: circa 90.000 mq di pace, lungo la strada che collega Remedello a Isorella. Non è ancora fruibile al pubblico, ma si sta preparando a esserlo ed è già casa di molte specie animali e vegetali, da anni. I cittadini lo sanno bene, perché Amerigo li coinvolge attraverso la pubblicazione di splendide fotografie sulla sua pagina Facebook, che immortalano la quiete e i molti inquilini animali che la assaporano.
«Ho condotto la mia attività lavorativa che si sta concludendo, nell’ottica di realizzare un recupero naturalistico, non agricolo, del sito, quindi ho popolato il lago nel tempo, sin dagli anni 90, e piantumato gradualmente - spiega Amerigo -. Così, oggi, è già a tutti gli effetti un biotopo, che si regola da sé». Nel lago già recuperato, che ha una circonferenza di 1 km, sguazzano sia pesci erbivori, sia carnivori.
Lungo le sponde, nuvole di minuscoli nuovi nati sono protette dalle mamme, mentre, al largo, si distinguono grandi sagome di carpe: «Non vorrei aprirlo alla pesca, preferirei rimanesse un parco dove trascorrere del tempo, osservando la natura e scattando qualche foto, per chi è appassionato», racconta il cavatore.
Nell’oasi nidificano i germani, ma anche le gallinelle d’acqua. Infatti, protetto dai prolungamenti della vegetazione in acqua, ecco spuntare un bel nido, pronto per cullare. L’ex cava è il «bed and breakfast» ideale di aironi, ghiotti di rane, e anche di ibis sacri: giungono al tramonto e trascorrono lì la notte.
Accoglienza. Una lingua di terra, munita di ponticello, taglia lo specchio d’acqua: «Ho scelto di risparmiarla dai prelievi di materiale appositamente per permettere un giorno alle persone di attraversare il lago», dice Amerigo. Tutt’attorno cresce una fitta vegetazione, anch’essa pensata per dare frutti, bacche e riparo agli inquilini delle diverse stagioni. Ci sono cachi, fichi e gelsi e poi i salici piangenti, gli aceri, i pioppi, gli olmi, i canneti, i frassini e non mancano fiori annuali, seminati da Amerigo, che conosce il suo parco palmo a palmo. C’è anche una casetta (sede degli uffici) che potrebbe diventare un punto ristoro per chi decide di trascorrere qualche ora nell’oasi.
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