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L'entomologo Petruzziello ha scoperto anche lo «pseudoscorpione»

Il docente del Bonsignori di Remedello ha scovato una specie prima sconosciuta alla scienza. Si tratta della sua sesta scoperta
L'entomologo e docente Luigi Petruzziello - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'entomologo e docente Luigi Petruzziello - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Questa volta non è un insetto e nemmeno un ragno comune, bensì uno «pseudoscorpione». Semplificando si tratta di un aracnide minuscolo che somiglia a uno scorpione, ma non ha la coda: l’entomologo e insegnante Luigi Petruzziello ha scoperto una nuova specie vivente che fino a ora era sconosciuta alla scienza. È la sua sesta scoperta di specie nuova (qui avevamo raccontato l'ultima di un coleottero).

Come da prassi, l’attribuzione del risultato a Petruzziello è comprovata anche dal fatto che lo «pseudoscorpione» ha assunto il nome «petruzzielloi», o meglio, per esteso, si chiama «Neobisium petruzzielloi Gardini, 2023». La pubblicazione scientifica che, a livello mondiale, ha determinato il riconoscimento della nuova specie è recentissima e risale al 6 dicembre: è avvenuta sulla rivista Zootaxa, edita in Nuova Zelanda. Lo step precedente, altrettanto importante, è stato la descrizione del Neobisium petruzzielloi in una monografia del professor Giulio Gardini, esperto mondiale in fatto di pseudoscorpioni.

«Ho raccolto diversi esemplari di questa nuova specie in due grotte dell’Appennino campano, dal 2015 sino al 2022 - racconta Petruzziello -. Le due grotte, ossia la Grotta del Caprone e la Grotta degli Sportiglioni, si trovano in provincia di Avellino, mia terra di origine, laddove da anni svolgo ricerche da biospeleologo, concentrandomi quindi sugli esseri viventi che si trovano nelle cavità. Riconoscendo le particolarità degli esemplari, li ho inviati a uno dei massimi studiosi di pseudoscorpioni, ossia il professor Gardini, che poi ha descritto la nuova specie in una sua monografia: in questo lavoro di rilievo, ha descritto e dunque riconosciuto l’esistenza di cinque specie di pseudoscorpioni nuove alla scienza, una della Corsica e quattro italiane, tra le quali la mia».

Il Neobisium petruzzielloi «ha tutte le caratteristiche tipiche delle specie troglomorfe (cioè che vivono in ambienti sotterranei, come le grotte ndr)», ad esempio la depigmentazione, cioè un colore piuttosto sbiadito, appendici allungate, peli sensoriali, utili a orientarsi in ambienti oscuri, e occhi talmente ridotti da essere cieco. «La soddisfazione più grande non è personale, ma da naturalista: aggiungiamo un tassello alla conoscenza della nostra biodiversità - commenta Petruzziello, che fa l’insegnante di Esercitazioni di Entomologia all’Istituto Omnicomprensivo Bonsignori di Remedello-. Ciò è importante perché più la biodiversità è ricca di specie più è forte e può difendersi dagli organismi alieni che stanno arrivando, sempre più numerosi, in Italia. L’arrivo di organismi alieni è legato alla globalizzazione, ma mentre prima non sopravvivevano a lungo, oggi si stabilizzano a fronte del cambiamento climatico. Si contano 3500 specie aliene di vario tipo, non solo insetti, e di queste circa 2000 si sono stabilizzate, 500 delle quali danneggiano la biodiversità». 

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