Bassa

Le torri di raffreddamento? Grandi radiatori per l’industria

Ecco a cosa servono e come funzionano gli impianti finiti nel mirino dell’Ats
Montichiari. La torre della Cartiera
Montichiari. La torre della Cartiera
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Torri di raffreddamento. Sarebbero loro la fonte dell’epidemia di polmonite che ha colpito la bassa bresciana, un caso mai visto al mondo per estensione territoriale. La legionella, si è ormai capito, non si prende bevendo l’acqua o stando a contatto con altre persone. Ci si può ammalare inalando microscopiche goccioline d’acqua (aerosol) contenenti il batterio.

L’inalazione può avvenire, per esempio, dalla doccia, da piscine termali o da alcuni impianti di condizionamento. Oppure dal vapore fuoriuscito dalle torri di raffreddamento. Ma di cosa si tratta? Come funzionano? Si tratta di impianti utilizzati soprattutto nelle aziende metallurgiche per tenere bassa la temperatura dell’acqua destinata a raffreddare gli impianti di lavorazione. Per evitare che gli impianti si surriscaldino, viene usato uno scambiatore: qui l’olio dei macchinari passa in una serpentina e viene raffreddato dall’acqua. Acqua che però, durante questa operazione, si scalda.

Per evitare che la temperatura superi i 20-25 gradi, si usano le torri di raffreddamento o di evaporazione. In sostanza si tratta di torrette dove l’acqua calda viene pompata fino alla cima. Lì una ventola fa circolare l’aria, come fosse un radiatore. L’acqua viene poi fatta cadere a pioggia attraverso tanti piccoli uggelli. Questa sorta di nebulizzazione favorisce il raffreddamento dell’acqua: il calore viene ceduto all’aria circostante mentre il liquido ricade nella vasca sottostante tornando ad essere utilizzato per il processo produttivo. A quel punto dalla bocca della torre escono aria calda e vapore acqueo, provocando quel fumo bianco che si vede soprattutto d’inverno fuoriuscire dalle torri più grandi. A oggi esistono alcune linee guida approvate nel 2005 dalla conferenza Stato-Regione per la manutenzione di questi impianti. Eppure non esiste un obbligo di legge che stabilisca controlli, pulizia e verifiche da fare in questi strumenti dove è facile si possa annidare la legionella. Le linee guida parlavano anche di un «catasto» delle torri di raffreddamento da curare da parte delle amministrazioni locali o enti delegati. A oggi, in realtà, non c’è nulla di tutto ciò tanto che nei giorni scorsi si è dovuto alzare un elicottero dei Carabinieri dotato di telecamera ad alta definizione per ricostruire una mappa con possibili nuovi punti di indagine.

L’assessore regionale Giulio Gallera ha subito annunciato un giro di vite: entro fine anno sarà approvato dalla giunta regionale un provvedimento per censire tutte le torri di raffreddamento in Lombardia. Ma arriveranno anche «norme puntuali per la loro periodica sanificazione», con multe salate per chi sgarrerà.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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