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L’asilo pronto ad affrontare la «sfida» dei Dsa

Alla Mons. Davini un progetto pilota per i disturbi dell’apprendimento
La scuola dell’infanzia. La Mons. Davini di Pavone Mella
La scuola dell’infanzia. La Mons. Davini di Pavone Mella
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Affrontare tematiche che favoriscano sviluppo e crescita dei più piccoli è compito, oltre che dei genitori, anche delle agenzie educative. Oltre che offrire istruzione, le istituzioni scolastiche devono supportare problematiche e disagi che possono essere rilevati nella verde età.

Intendimenti questi che vogliono essere concretizzati alla scuola dell’infanzia Mons. Davini di Pavone del Mella, anche grazie al supporto economico dell’azienda Foma di Pralboino. È infatti in via di realizzazione un progetto pilota proposto dal Centro clinico dell’Istituto di Psicologia Psicoanalitica di Brescia, in prima linea le dottoresse Carla Bracchi e Barbara Paltenghi, esperte nella materia in oggetto dal titolo «Identificazione precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento con laboratori di potenziamento dei prerequisiti scolastici».

È la dottoressa Velia Platto, come rappresentante del Centro e socia della scuola materna pavonese, nonché tramite nel coinvolgimento dei vari attori interessati al progetto, a illustrare la materia, specificando che i disturbi propri dell’apprendimento (dsa) sono inconvenienti del neurosviluppo che coinvolgono le capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente.

E precisa: «Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da difficoltà psicologiche o da deficit sensoriali. Tipicamente si manifestano con l’inizio della scolarizzazione». Il presidente Caterina Lupi illustra la scelta di tale percorso e sottolinea come la sua scuola creda decisamente nella validità dell’intervento di identificazione precoce.

«Si è consapevoli - aggiunge - che avvalendosi di un supporto specialistico, l’azione si identificherà nel suo ruolo preventivo sull’andamento futuro delle abilità scolastiche del bambino, potenziando quelle componenti che possono risultare deficitarie oltre a ridurre le conseguenze emotive che si possono innescare in un riconoscimento tardivo. Pur nel limite delle risorse economiche disponibili, trattandosi di ente privato, siamo costantemente impegnati nella promozione di progetti per il benessere e la crescita dei bambini».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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