Bassa

L’ampliamento della Cava Rossi di Capriolo «non s’ha da fare»

Lo sostiene il Comune nell’osservazione al Piano: «Vicino c’è un sito di interesse archeologico»
La Cava si trova a Capriolo vicino al confine con San Pancrazio - © www.giornaledibrescia.it
La Cava si trova a Capriolo vicino al confine con San Pancrazio - © www.giornaledibrescia.it
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Fa discutere a Palazzolo l’ampliamento della cava Ateg05 che da Capriolo potrebbe raggiungere il territorio confinante e oltrepassarlo. Per questo motivo il Comune dell’Ovest bresciano ha deciso di inoltrare una osservazione al Piano cave provinciale (Pcp).

La vicenda è tornata alla luce nei giorni scorsi, ma in realtà era nata a luglio dell’anno scorso, quando la proposta di Pcp era stata approvata con l’ingrandimento in questione. A quel tempo il Comune di Palazzolo aveva inviato un’osservazione in Provincia, ma visto che era giunta appena fuori tempo massimo non era stata presa in considerazione. Qualche giorno fa la Regione, a cui è stata trasmessa la proposta provinciale, ha riaperto la finestra per nuove osservazioni e così il Comune ha deciso di ripresentare la propria, aggiornandola.

Tre ragioni

Il nodo della questione è l’ampliamento della Ateg05, la Cava Rossi di Capriolo, posta a un centinaio di metri dal confine con San Pancrazio di Palazzolo. L’ente locale palazzolese sostiene che questa operazione non sia fattibile per diversi motivi, fondamentalmente sintetizzati in tre ragioni principali. Stando a quanto riportato nell’osservazione, la prima è che l’ampliamento «si pone in contrasto con la legge regionale in materia di consumo di suolo» e, poiché «il territorio ricade in quello del Ptra Franciacorta, anche con gli obiettivi strategici» di quest’ultimo che mira a «riqualificare le aree estrattive già esistenti, non a prevedere nuovi ambiti o ampliamenti di quelli esistenti».

Seconda ragione, forse ancor più importante per la città dell’Ovest, è che l’ampliamento dell’attività estrattiva di ghiaia, sabbia e argille ricadrebbe anche sul territorio di Palazzolo in un ambito che per la seconda variante al Pgt è agricolo.

Ma c’è anche un terzo motivo per cui il sindaco Gianmarco Cossandi crede che l’iter possa andare nella direzione da lui auspicata: a pochi metri dai confini del terreno, a San Pancrazio, è censito un sito di interesse archeologico riportato anche nella Carta Archeologica della provincia di Brescia. Si tratta di tombe tardoromane (o forse altomedievali) scoperte nel 1928 e nel 1955, non aperte al pubblico, ma presenti e tutelate dalla Sovrintendenza. La speranza per Palazzolo è di vedere rigettare le autorizzazioni all’ampliamento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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