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Lampedusa, dentro i numeri degli sbarchi storie di vita

«Porta della vita» è lo spettacolo proposto ieri in serata agli studenti per fare memoria del naufragio del 3 ottobre 2013
  • Alcuni momenti della giornata di domenica a Lampedusa
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Partiamo dal fondo. Dallo spettacolo proposto in serata agli studenti arrivati a Lampedusa per fare memoria del terribile naufragio del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 migranti. Un solo attore sul palco, Alessandro Ienzi, su testo di Francesco Viviano, è riuscito a raccontare storie di vita delle persone che fuggono dall’Africa, dalle guerre, dalla fame, dalla disperazione per cercare una vita migliore in Europa.

«Porta della vita» è lo spettacolo che è riuscito a suscitare emozioni fortissime, dure e terribili, a far vivere agli studenti quei pezzi di vite migranti sempre più spesso ridotte a numeri. Numeri di sbarchati, numeri di respinti, numeri di morti in mare di cui si è a conoscenza. Anche in una giornata come quella di domenica infatti, sugli scogli dell’isola, è stato ritrovato il corpo di un uomo rimasto in acqua per molti giorni. Quel 28.000 e 1 di cui nelle tavole rotonde del pomeriggio hanno parlato relatori come Rossella Muccio presidente di Emergency e Monica Minardi presidente di Medici senza frontiere moderate da Alessandra Ziniti, o la giornalista Nancy Porsia e il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella con Angela Caponnetto, che ha dovuto occuparsi come giornalista di Rainews24 del ritrovamento del cadavere rinvenuto in acqua prima di vestire i panni della moderatrice. Interventi interessanti sul ruolo delle Ong e sulla campagna di odio nei loro confronti, sul tema degli scafisti e dei flussi «che non si fermano con il diritto penale» come affermato dal magistrato, perchè si corre il rischio «di non capire chi è il nemico vero, mentre il pericolo è quello di spingere le organizzazioni criminali a farsi Stato». 

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