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L'aeroporto D’Annunzio compie 20 anni di agonia

In Italia passeggeri più che raddoppiati, Montichiari ancora al palo: nessun volo e perdite milionarie
L'interno dell'aeroporto di Montichiari, senza passeggeri
L'interno dell'aeroporto di Montichiari, senza passeggeri
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Doveva essere una «leva di sviluppo». È diventato un esempio di malagestione. Uno scalo fantasma. Un’aeroporto senza aerei e passeggeri. Tra meno di un mese l’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari compirà vent’anni. Fu inaugurato il 15 marzo 1999 dall’allora presidente del consiglio Massimo D’Alema. Villafranca doveva rifare la propria pista. Montichiari fu trasformato in scalo civile e dotato di tutte le strutture necessarie a un «vero aeroporto». Verona trasferì i propri aerei.

Da metà marzo al 5 giugno a Montichiari si videro tanti passeggeri come poi non accadrà più. Quando Villafranca riapre però, Montichiari langue. Nel 2002 si dà vita alla D’Annunzio spa per cercare un rilancio. Ma chi comanda nella D’Annunzio è sempre Verona (Catullo) con l’85%, Camera di Commercio e Broletto hanno il 7,5% a testa.

Le perdite economiche iniziano a farsi pesanti, in media 5 milioni l’anno. Oggi pare vada peggio, tra i 7 e gli 8 milioni.

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