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L'addio di Chiari a Repossi

In S. Maria Maggiore l’abbraccio della città al pittore. «La sua esistenza è stata un dono alla comunità».
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Si sono celebrati mercoledì a Chiari i finerali di  Giovanni Repossi. La bara di legno grezzo chiaro è stata posta davanti al trittico della Crocifissione, la sua ultima grande opera nella chiesa di S. Maria Maggiore. La comunità clarense non poteva che salutare qui l’artista 82enne morto domenica mattina. La famiglia non ha scelto a caso il luogo dell’addio: in S. Maria c’è la splendida Crocifissione, mentre sull’altare troneggia la statua della Vergine modellata nel 1939 da Pietro, il padre di Giovanni.

Il legame forte di Giovanni con Chiari è stato testimoniato mercoledì mattina dall’intensa e folta partecipazione alla cerimonia. Chiesa piena di amici, semplici cittadini, ex studenti e colleghi dell’Accademia di Brera, amministratori comunali. Sull’altare, per la celebrazione, il prevosto mons. Rosario Verzeletti, il salesiano don Felice Rizzini, don Armando Nolli e don Andrea Ferrari.

Mons. Verzeletti ha parlato della «preziosità della morte, perché è preziosa la vita. Quella di Giovanni lo era per la sua famiglia, i suoi cari, i suoi studenti», ma anche per Chiari: «La sua esistenza è stata un dono alla comunità, alla storia della città, a ciascuno di noi». E il legame con la città è stato ribadito anche da Rolando Bellini, amico e collega docente dell’Accademia di Brera: «Giovanni ha sempre voluto sottolineare la sua appartenenza a Chiari, specificando però che la vita di un artista è spesa per l’umanità intera». Un ricordo che ha suscitato il commosso e sentito applauso dei presenti: un grazie comune all’artista scomparso.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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