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La mamma di Monia Del Pero: «Mia figlia, vittima di serie B»

La madre della ragazza di Manerbio, uccisa a 19 anni nel 1989, chiede il risarcimento allo Stato italiano
Monia Del Pero, 19 anni, uccisa il 13 dicembre 1989 - © www.giornaledibrescia.it
Monia Del Pero, 19 anni, uccisa il 13 dicembre 1989 - © www.giornaledibrescia.it
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Dieci anni in attesa di una risposta sempre rinviata. E mai arrivata. Bussare ad ogni porta è stato fin qui inutile. Prima al ministero degli Interni, poi al Tar di Brescia che rinvia tutto al Consiglio di Stato che decide di non decidere e, a sua volta, trasmette il caso al tribunale ordinario bresciano. Che «per un difetto di giurisprudenza» si definisce incompetente in materia.

Ora quindi appuntamento il 20 maggio davanti al tribunale di Roma. Ultima tappa, forse, del giro d’Italia di una famiglia che cerca giustizia. Quella di Monia Del Pero, uccisa a 19 anni, la sera di Santa Lucia del 1989. Strangolata dal fidanzato che si libera poi del corpo, avvolto in un sacco nero e abbandonato in una conduttura di scarico delle acque del fiume Mella a Manerbio, e partecipa alle ricerche definendosi innocente davanti ai genitori della giovane che invece fin dal primo momento lo ritengono responsabile.

L’assassino di Monia - «che era già ai domiciliari il giorno del funerale di mia figlia» ricorda la madre della vittima -, è stato condannato a dieci anni e otto mesi. Ha scontato la pena e ha versato una minima parte del risarcimento previsto. Il risarcimento appunto. Questo è il nodo. «Chiediamo che mia figlia venga equiparata alle vittime di mafia, alle vittime del terrorismo. E invece è solo vittima di femminicidio e quindi di Serie B».

Tutti i dettagli sull'edizione del Giornale di Brescia in edicola oggi, sabato 11 maggio, scaricabile anche in formato digitale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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