Iole, con ago e filo dipinge i Comuni
Dipingere con ago e filo: questa la passione dell'uraghese Iole Codibue che, con pazienza ed entusiasmo, ricama a mano gli stemmi dei Comuni, delle forze dell'ordine e delle associazioni.
«È una passione nata per caso sei anni fa - ha raccontato la donna classe 1952 -. Ero stufa di ricamare tovaglie e tende, così ho voluto fare una sfida con me stessa: sono andata in Comune e mi sono fatta dare una copia a colori del nostro stemma. Visto che avevo fatto un buon lavoro, dopo aver riprodotto altre due volte il logo uraghese, ho iniziato a ricamare gli stemmi di altri paesi: Chiari, Pontoglio e Rudiano. Ma non solo: alcuni conoscenti siciliani mi hanno chiesto di riprodurre gli stemmi dei loro Comuni. Ecco che allora ho realizzato anche quelli di Bagheria e Leonforte; in questi giorni sto portando a termine quello di Castel di Iudica». Lombardia e Sicilia: due regioni lontane, unite da un filo... di cotone.
Oltre alle insegne comunali, la signora Iole ha ricamato lo stemma degli avieri di Chiari, dell'Avis di Urago d'Oglio, della guardia di finanza e il cappello del gruppo locale degli alpini, di cui è la madrina.
L'uraghese ha regalato tutte queste opere «a ago e filo», conservando soltanto le sue preferite («Lo stemma di Urago perché è la mia terra e lo stemma della guardia di finanza per i colori e le fattezze»), tuttora esposte nello storico Caffè Milano, di cui è la proprietaria.
È proprio lo storico caffè di famiglia, punto fermo per uraghesi e non da ben ottantotto anni, ad aver fatto germogliare in lei il seme dell'altra sua grande passione: la poesia.
Nel 1994, infatti, la signora Iole ha scritto «Al me vecc cafè», una poesia dialettale in cui ogni parola sente di osteria e ogni verso permette di assaporare i diversi personaggi che entrano per un bicchiere di vino e per una partita a carte. «Ho scritto diverse poesie: alcune in dialetto, alcune in italiano. La scelta dipende dall'ispirazione del momento», ha spiegato. Le tematiche e le emozioni raccontate e racchiuse sono molteplici: le sue composizioni sono dei «frammenti di vita» (giusto per citare un suo verso) che illustrano sia il dolore per la perdita delle persone care, sia la gioia dei matrimoni o degli anniversari.
Ricamo e poesia, quindi, come due modi diversi per cogliere le svariate sfumature degli araldi e della gente e per parlare al cuore delle persone perché è proprio lì che l'energica donna altruista ha indirizzato la sua vita. Non è un caso, infatti, che proprio lei sia stata la fondatrice dell'Avis di Urago d'Oglio nel lontano 1973 con l'amica Luigina Marella.
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